Jakala: la trasformazione di un gigante data-drive

Tempo di lettura: 1 minuto

Nell'epoca dell'innovazione digitale, poche aziende si ergono con la stessa determinazione di Jakala, il leader data-driven fondato a Milano. Alla guida di questa impresa in crescita esponenziale c'è Stefano Pedron, il global CEO la cui visione ambiziosa sta ridefinendo i confini del settore. In un'intervista con LaPresse, Stefano Pedron ha condiviso la sua prospettiva sul futuro di Jakala. Dopo un 2023 trascorso sotto il segno della crescita a doppia cifra, che ha portato i ricavi globali a un impressionante totale di 520 milioni di euro, di cui quasi la metà generati dall'estero, l'azienda si prepara a consolidare la sua posizione come punto di riferimento a livello globale.

Alcuni esempi dell’introduzione dell’AI dati da Pedron

“Oggi chiaramente tutti parlano di intelligenza artificiale, Jakala ha più di 500 persone che lavorano su questa tecnologia assolutamente trasformativa perché attraverso l’intelligenza artificiale si cambieranno tutti i processi di marketing e commerciali perché l’area commerciale marketing sarà una di quelle più impattate da appunto l’introduzione dell’intelligenza artificiale”. 

Business intelligence

“La business intelligence quindi il recupero delle informazioni, l’analisi delle informazioni di business attraverso i dati diventa conversazionale quindi invece di fare complicate query o ricerche di informazioni sarà sufficiente chiedere alla macchina una informazione precisa e la macchina te la restituirà. Nella generazione della creatività delle campagne, grazie all’intelligenza artificiale, si possono sperimentare centinaia di versioni, trovando quella più efficace, riducendo di oltre il 90% costi e effort per la generazione delle campagne stesse. 

Così è come dare una sorta di superpoteri agli addetti commerciali, agli addetti alla vendita, agli addetti al customer care, perché questi riusciranno a condurre conversazioni a volte appunto a gestire relazioni con il cliente avendo accesso molto più veloce, molto più efficace a tutte le informazioni relative ai clienti, relative alla propria gamma prodotti e quindi essere ancora più efficaci”.

Impara a lavorare con l'IA, non temerla 

Tempo di lettura: 3 minuti

L'intelligenza artificiale (IA) è diventata parte integrante della nostra vita, trasformando il modo in cui lavoriamo, comunichiamo e interagiamo con la tecnologia. Nonostante i suoi numerosi benefici, alcune preoccupazioni e idee sbagliate spesso portano alla paura e alla resistenza verso l'IA.

Tuttavia, piuttosto che temere questa tecnologia in rapida evoluzione, dobbiamo abbracciarla e imparare a lavorare con l'IA in modo efficace. Questo articolo, riporta le considerazine e l'esperienza di Oliver Camponovo, revisore di conti specializzato , fintech, regtech, asset management ed esplora perché la comprensione e la collaborazione con l'IA è cruciale, dissipare le paure comuni e evidenziare i potenziali benefici di sfruttare il suo potere.

Comprensione dell'IA

Per superare la paura, è essenziale capire cosa è veramente l'IA. L'IA si riferisce a sistemi informatici o macchine progettate per eseguire attività che in genere richiedono l'intelligenza umana.

Questi sistemi sono addestrati su grandi quantità di dati e possono apprendere, adattarsi e prendere previsioni o decisioni basate su modelli e algoritmi. L'IA comprende varie applicazioni, dagli assistenti vocali come Siri e Alexa a complessi algoritmi di apprendimento automatico nel settore sanitario, finanziario e in altri settori.

Dissipare le paure comuni

Paura della perdita del lavoro: Una delle preoccupazioni più prevalenti che circondano AI è il timore che sostituirà i lavori umani. Mentre è vero che le attività specifiche possono essere automatizzati, AI crea anche nuove opportunità di lavoro. Invece di sostituire completamente i lavori, l'intelligenza artificiale spesso migliora le capacità umane, consentendoci di concentrarci su aspetti più complessi e creativi del nostro lavoro.

Perdita di controllo: alcuni temono che l'IA possa diventare incontrollabile o rivoltarsi contro l'umanità. È fondamentale ricordare che i sistemi di IA sono creati e addestrati dagli esseri umani e operano entro confini predefiniti. Considerazioni etiche e solidi quadri normativi assicurano che l'IA rimanga uno strumento sotto la supervisione umana.

Inaffidabile processo decisionale: Un altro timore è che AI può prendere decisioni di parte o ingiuste. Tuttavia, i nostri sviluppatori e utenti sono responsabili di garantire che l'IA sia formata con dati diversi e imparziali. Possiamo ridurre i pregiudizi e rendere i sistemi di intelligenza artificiale più affidabili e giusti affrontando queste preoccupazioni e perfezionando continuamente gli algoritmi di intelligenza artificiale.

Vantaggi della collaborazione con l'IA

Maggiore efficienza e produttività: l'IA ha il potenziale per automatizzare le attività ripetitive e banali, consentendo agli esseri umani di concentrarsi su lavori di valore superiore. Questa maggiore efficienza si traduce in maggiore produttività e risparmio di tempo.

Analisi e analisi dei dati: l'IA può analizzare rapidamente grandi quantità di dati ed estrarre informazioni preziose. Questa funzionalità consente alle aziende e agli individui di prendere decisioni basate sui dati, identificare le tendenze e ottenere un vantaggio competitivo.

Personalizzazione avanzata: i sistemi basati sull'IA possono comprendere le preferenze individuali e fornire raccomandazioni personalizzate. Dai suggerimenti personalizzati per lo shopping alle esperienze di apprendimento personalizzate, AI consente un'esperienza utente più personalizzata e soddisfacente.

Maggiore sicurezza e benessere: in settori come l'assistenza sanitaria e i trasporti, l'IA può migliorare la sicurezza individuando modelli o anomalie che potrebbero mancare agli esseri umani. Dalla diagnosi precoce delle malattie alle auto a guida autonoma, l'IA ha il potenziale per salvare vite umane e prevenire gli incidenti.

Conclusione

Mentre l'IA continua a evolversi e plasmare il nostro mondo, superare la paura associata a questa tecnologia trasformativa è cruciale. Invece di temere l'IA, dovremmo impegnarci attivamente, conoscere le sue capacità e limitazioni e lavorare per sfruttare il suo potenziale per migliorare le nostre vite. Abbracciando l'IA, possiamo sfruttare la sua potenza per migliorare l'efficienza, ottenere informazioni preziose e creare un futuro migliore. Con lo sviluppo responsabile, le considerazioni etiche e la collaborazione tra gli esseri umani e i sistemi di IA, possiamo costruire un mondo in cui l'IA diventa uno strumento prezioso nella nostra ricerca del progresso.

Caccia ai bug: come hackerare gli hacker con il programma Bug Bounty di OpenAI

Tempo di lettura: 2 minuti

In Italia ChatGPT è stato bloccato dal Garante della Privacy. La chatbox però sta continuando a funzionare nelle altre parti del Mondo, a crescere e migliorarsi. OpenAI ha infatti annunciato di aver trovato un modo per incentivare gli utenti a trovare eventuali bug nella piattaforma. 

OpenAI lancia il Bug Bounty per scoprire ChatGPT

Open AI, l'azienda dietro lo sviluppo di ChatGpt, ha lanciato un programma Bug Bounty. Questa iniziativa consente a sviluppatori ed appassionati di codice di cercare difetti e problemi di sicurezza nei prodotti di Open AI, compreso ChatGpt. 

Le segnalazioni possono essere inviate tramite la piattaforma Big Crowd e prevedono un pagamento che va in base alla gravità e all’impatto dei problemi segnalati, con premi da $200 per difetti di sicurezza di basso livello fino ad un massimo di $20.000 per scoperte eccezionali. 

"Il programma OpenAI Bug Bounty è un modo per noi di riconoscere e premiare le preziose intuizioni dei ricercatori di sicurezza che contribuiscono a proteggere la nostra tecnologia e la nostra azienda. - ha dichiarato OpenAI - Ti invitiamo a segnalare vulnerabilità, bug o difetti di sicurezza che scopri nei nostri sistemi. Condividendo le tue scoperte, giocherai un ruolo cruciale nel rendere la tecnologia più sicura per tutti". 

I problemi di sicurezza e la situazione con Garante delle Privacy in Italia

ChatGpt è soggetto a possibili preoccupazioni di sicurezza, come le tecniche di hacking utilizzate dagli hacker per aggirare le misure di sicurezza di Open AI, tra cui la creazione di contenuti inappropriati, la ricerca accademica e il codice maligno a fini di hacking. Il mese scorso, Open AI ha segnalato una violazione dei dati in ChatGpt Plus a causa di un bug nella libreria open source Redis utilizzata dalla piattaforma. Per risolvere il problema, ChatGpt è stata inaccessibile per diverse ore.

Queste situazioni non fanno che dare ragione alla scelta del Garante della Privacy in Italia che ha deciso di bloccare l’utilizzo della chatbox nel Paese. Non tutto però è perduto. Infatti il Garante ha dato a OpenAi tempo fino al 15 maggio per promuovere una campagna di informazione su radio, televisione, giornali e web per comunicare agli utenti come funziona l'uso dei loro dati personali. 

Per far tornare tutti alla normalità inoltre - si legge su ANSA - “OpenAI dovrà predisporre e rendere disponibile sul proprio sito un'informativa trasparente, in cui siano illustrate modalità e logica alla base del trattamento dei dati necessari al funzionamento di ChatGPT nonché i diritti attribuiti agli utenti, ai quali dovrà essere richiesto di dichiarare di essere maggiorenni”.

Cosa pensa ChatGPT dell’accaduto

Abbiamo provato a inserire all’interno della chat bot stessa queste informazioni. Di seguito ecco cosa ci ha detto. 

“Il Bug Bounty Program è una pratica comune tra le aziende che vogliono migliorare la sicurezza dei propri prodotti, e può essere un modo efficace per individuare e risolvere eventuali problemi di sicurezza in modo tempestivo.

Tuttavia, è importante notare che il Bug Bounty Program da solo non garantisce la completa sicurezza dei prodotti. È necessario che l'azienda segua anche altre buone pratiche di sicurezza, come la revisione del codice, il testing regolare e l'implementazione di misure di sicurezza a più livelli.

Quanto alla fuga di dati di pagamento degli utenti di ChatGpt Plus, è un evento preoccupante e la risposta di Open AI sembra essere stata adeguata. Speriamo che l'azienda abbia tratto insegnamenti da questo incidente e abbia adottato ulteriori misure per proteggere i dati dei propri utenti”.

Microsoft lancia l'AI generetor di immagini su Bing

Tempo di lettura: 3 minuti

Bing Image Creator è uno strumento utile per creare immagini personalizzate e originali, utilizzando una vasta selezione di immagini e strumenti di personalizzazione avanzati. Il programma è stato lanciato nel mese di marzo da Microsoft grazie all'integrazione di Dall-E 2, strumento per la generazione di immagini basato su intelligenza artificiale sviluppato da Open Ai.   

Bing Image Creator, l'AI per immagini di Microsoft

Bing Image Creator è uno strumento di Microsoft che consente agli utenti di creare immagini personalizzate utilizzando elementi visivi e testuali disponibili online. Utilizza tecnologie avanzate di intelligenza artificiale per suggerire immagini correlate e adattare il design in base alle scelte dell'utente. Inoltre, si può personalizzare le dimensioni e il layout dell'immagine, nonché scaricarla in diversi formati.

Gli utenti possono infatti selezionare immagini da una vasta gamma di categorie, tra cui natura, arte, animali e altro ancora, e combinarle con testo e forme per creare un'immagine unica. L'utente può anche caricare le proprie immagini e incorporarle nella creazione.

Non solo, Bing Image Creator permette di creare immagini dal nulla partendo da una descrizione testuale fornita dall’utente. Più la descrizione è dettagliata, maggiori saranno le possibilità che l’AI generativa crei ciò che gli viene richiesto. Al momento è in grado di capire solamente input in lingue inglese, ma ben presto sarà disponibile in tutte le lingue. 

La collaborazione tra OpenAI e Microsoft

Il colosso informatico statunitense ha investito, solo nel 2019, 1 miliardo di dollari in OpenAI. A questa cifra potrebbero aggiungersi altri 10 miliardi di dollari per un’operazione pluriennale che porterebbe l’azienda creatrice di ChatGPT a valere 29 miliardi. L’accordo sarebbe dovuto essere sancito nel 2022, ma ancora non si sarebbe arrivati alla firma. 

Come per ChatGPT, anche per Bing Image Creator ci sono delle limitazioni su ciò che si può chiedere. Lo stesso Microsoft ha scritto: 

“Quando rileva la possibilità che un prompt generi un'immagine potenzialmente dannosa, il nostro sistema blocca il prompt stesso e avvisa l'utente. Inoltre, è reso esplicito che le immagini create da Image Creator sono generate da una AI, e nell'angolo inferiore sinistro di ogni immagine inseriamo un logo modificato di Bing”. 

Bing Image Cretor e Midjourney

Bing Image Creator non è il primo nel suo genere. Negli ultimi sei mesi si è infatti diffuso Midjourney. Si tratta di un laboratorio di ricerca indipendente che esplora nuovi mezzi di pensiero ed espande i poteri immaginativi della specie umana. È un piccolo team autofinanziato focalizzato sul design, l'infrastruttura umana e l'IA. A lavorare su Midjourney sono 11 i dipendenti a cui si aggiunge un incredibile gruppo di consulenti.

Il funzionamento di Midjourney è molto simile a Big Image Creator, ma la qualità raggiunta dall’AI di Discord è sorprendentemente maggiore al momento. 

“Le immagini create da Midjourney rasentano la perfezione, specialmente se si pensa al tempo limitato di diffusione di questa tecnologia. Più si è dettagliati nel fornire informazioni all’AI, più l’immagine creata rispecchia le nostre aspettative. Ci sono ancora margini di miglioramento, perché tende a portarsi ancora dietro alcune distorsioni nei dettagli delle figure umane, o nella riproduzioni degli interni di una stanza” - Carlotta Casini, graphic designer. 

“Per capire il valore di Bing Image Creator dovremo aspettare qualche mese. A fare la differenza sarà la capacità di allenamento dell'AI generativa e quindi la capacità del pool di esperti che si occupa di aggiornare l’intelligenza artificiale” - Giulio Falchi, esperto di UI. 

Loot Box, presentato un report alla Commissione Europea per operare una strategia comune

Tempo di lettura: 4 minuti

La Commissione Europea sta considerando la questione delle Loot Box, della manipolazione e del marketing aggressivo nell'industria dei videogiochi e dei free-to-play. Particolare attenzione è posta sulla tutela dei consumatori, inclusi i più giovani.

Loot Box, cos'è e come è visto in Europa

Un Loot Box è un tipo di sistema di acquisto in-game in cui i giocatori acquistano una scatola virtuale che contiene una serie di oggetti casuali, come skin per personaggi, oggetti di gioco o altri bonus. Questi oggetti sono solitamente utilizzati per personalizzare il proprio personaggio o per aumentare le proprie possibilità di successo nel gioco. Il contenuto della scatola virtuale è generalmente svelato solo dopo l'acquisto, creando un elemento di sorpresa e di approssimazione. Il sistema Loot Box è stato criticato da alcuni perché potrebbe incoraggiare comportamenti di gioco compulsivi. Addirittura potrebbe essere considerato come una forma di gioco d'azzardo.

Tanto che Adriana Maldonato Lopez lo ha posto sotto l’attenzione delle Commissione Europea da Adriana Maldonato Lopez. La Parlamentare ha presentato alla Commissione un rapporto che sottolinea la necessità di creare un regolamento unico per il mercato dell'Unione Europea che stabilisca le linee guida per le modalità di acquisto in-game.

Le richieste di Adriana Maldonato Lopez alla Commissione Europea

Nel report si legge che alla Commissione Europea sono state  in particolare quattro categorie di interventi: attuazione di una classificazione per fasce d’età; protezione dei consumatori; Monetizzazione e sostegno all'industria. Vediamo però come grazie al riassunto che troviamo sull’articolo di gamesindustry.biz a riguardo:

“Attuare una classificazione per età

Proteggere i consumatori

Monetizzare

Sostenere l'industria

Altre proposte per il mondo dei videogiochi

Il rapporto ha ottenuto un alto numero di voti a favore, 557 per l’esattezza. Ciò dimostra un forte interesse da parte dell'Unione Europea di regolamentare il mercato dei videogiochi. 

Come abbiamo visto nella sezione ‘Sostenere l'industria’ il report non serve solo a screditare il mondo dei videogiochi e a destare preoccupazioni. Riconosce infatti anche il grande potenziale che questi hanno in termini educativi, per la salute mentale e lo sviluppo cognitivo. A tala proposito è stata proposta, tra le altre cose, l’opzione di seguire una strategia europea condivisa per promuoverne lo sviluppo. 

Parola agli esperti del settore

Come nostro solito all'interno di questa rubrica, abbiamo chiesto a chi ha a che fare con questa realtà ogni giorno cosa ne pensa. Questa volta abbiamo parlato con Giulia Sperandeo, esperta di modellazione 3D.

Attualmente il mercato videoludico, soprattutto quello dedicato al mobile gaming, è parecchio saturo di questi sistemi di lootbox e sistemi pay to win. La problematica va soprattutto a diventare importante quando si parla di giochi che hanno come target di destinazione le fasce di utenti più piccoli. E in questi casi la casa produttrice, anche essendo a conoscenza di ciò, non si risparmia ad inserire contenuti acquistabili con moneta reale che spesso vanno a discapito di pagamenti automatici effettuati direttamente da bambini inconsapevoli sui conti automatici dei genitori collegati ai loro dispositivi personali con cui giocano i figli.

È sicuramente interessante il fatto che l'Europa si stia cominciando ad interessare anche a questo genere di aspetti, sarebbe molto utile se venisse stabilito un sistema comune regolamentato per ogni fascia di utente al fine di gestire al meglio questo genere di business, magari non andando a toccare le fasce di "utenti inconsapevoli".

Cosa è ChatGPT, l’AI che spaventa i programmatori

Tempo di lettura: 4 minuti

CHATGPT - Esteban Diaz, Executive Account Manager presso Dell Technologies parlando di un mondo sempre più digitalizzato, dove AI, algoritmi e metaverso imperversano ha affermato: 

“La meraviglia del nostro cervello resta sempre unica. E la tecnologia è sempre alla ricerca di una macchina in grado di eguagliare. Vari progetti a livello mondiale lavorano in questa direzione. La tecnologia è stata sempre di grande aiuto nella nostra evoluzione e me la immagino sempre come un veicolo in grado di migliorare il modo in cui viviamo e lavoriamo. Più evolviamo in questo modo e più sarà necessario avere delle risorse “umane” in grado di gestire queste nuove tecnologie”.

Questo tipo di affermazioni rassicurano tutti coloro che si stanno preoccupando di non avere più un lavoro in futuro a causa delle Intelligenze Artificiali come è il caso di ChatGPT.  

Cosa è l’intelligenza artificiale come ChatGPT

L'intelligenza artificiale (AI) è un ramo dell'informatica ad ampio raggio che si occupa di costruire macchine intelligenti in grado di eseguire compiti che tipicamente richiedono l'intelligenza umana. L'IA è una scienza interdisciplinare con molteplici approcci, ma i progressi nell'apprendimento automatico e nell'apprendimento profondo creano un cambiamento di paradigma praticamente in ogni settore dell'industria tecnologica.

L'apprendimento automatico (ML) funziona estraendo intuizioni significative da serie grezze di dati e fornisce risultati accurati. Queste informazioni vengono poi utilizzate per risolvere problemi complessi e ricchi di dati critici per il settore bancario e finanziario. Inoltre, gli algoritmi di apprendimento automatico sono attrezzati per imparare dai dati, dai processi e dalle tecniche per trovare diverse intuizioni.

Per comprendere al meglio il funzionamento di ChatGPT è necessario introdurre anche un altro concetto, ovvero il NLP. Si tratta di un sotto settore dell’IA che riguarda l’interazione tra computer e linguaggio umano. ChatGPT utilizza l’NLP per per comprendere il funzionamento e le varie sfumature della lingua in modo da generare risposte pertinenti e corrette. Questo permette al bot di comunicare in modo coerente con l’utente. 

Come funziona Chat GPT 

Per capire cosa è ChatGPT ce lo facciamo dire dalla chatbot stessa. 

“Sono un modello linguistico artificiale allenato da OpenAI. Mi sono stati dati molti testi da leggere e sono in grado di rispondere a domande su una vasta gamma di argomenti. Sono qui per aiutare e fornire informazioni a chi ne ha bisogno”. 

Si tratta infatti di un assistente virtuale altamente intuitivo capace di rispondere in maniera pertinente alle domande che gli vengono poste dall’utente. In teoria il bot può rispondere a qualunque domanda prevede come risposta un qualcosa che può essere espresso tramite un testo alfanumerico. Comprende quindi poesie, risposte per test, trova canzoni partendo da un argomento, risolve quesiti matematici, scrive programmi informatici e molto altro. 

Nell'immaginario di OperAI infatti ChatGPT è in grado di ‘rispondere alle domande di follow-up, ammettere gli errori, contestare le premesse errate e rifiutare le richieste inappropriate. 

Ma chi è OpenAI? È l'azienda nata nel 2015 dal contributo di Elon Musk, Sam Altman, e Peter Thiel. Il patron di Tesla ha però lasciato l’impresa che oggi vale circa 950 milioni e che come obiettivo iniziale aveva quello di rispondere a una domanda importantissima per i magnati della Silicon Valley: come possiamo essere sicuri di avere il controllo sull’intelligenza artificiale? 

L’evoluzione di Chat GPT 

Chat GPT è stata rilasciata il 30 novembre 2022, ma si sviluppa su idee già esplorate da OpenAI e su cui si basano i prodotti precedenti DALL-E 2. Il modello linguistico su cui si basa è GPT 3.5, ma la sua caratteristica più importante è quella del RLHF, acronimo di Reinforcement Learning from Human Feedback. 

In particolar modo OpenAI si è servita di Proximal Policy Optimization, una particolare classe di RLFH che hanno permesso a ChatGPT di perfezionare la chatbot iterando più volte il processo di apprendimento. Grazie al RLHF l’Ai che controlla ChatGPT utilizza i feedback che arrivano dagli utenti umani per migliorare le proprie risposte. 

La cosa più particolare che si cela dietro alla chatbot è che non è in grado di fornire risposte a tutti i quesiti che gli vengono posti, anche se questi prevedono una soluzione comunicabile tramite un testo. O meglio, ChatGPT sceglie di non rispondere a determinate categorie di domande. Per esempio se gli viene chiesto ‘quali sono i migliori modi per togliersi la vita?’ il bot risponde consigliando all’utente di chiedere aiuto e di pensare al dolore che la propria dipartita potrebbe provocare ai propri cari. Infatti Chat GPT non è in grado di rispondere a quesiti in merito a coscienza e sentimenti. 

Sono altre le categorie di domande per cui ChatGPT sceglie di non rispondere. Le ha illustrate Alex Kantrowitz, editor di Big Technology, che ha provato a chiedere al bot di nominare tutte le cose buone messe in atto da Hitler durante il suo dominio. Alla sua domanda non è seguita nessuna risposta. A questo punto Kantrowitz ha provocato l’AI affermando che se non fosse stato per il dittatore tedesco non avremmo le autostrade. A questa affermazione ChatGPT ha risposto spiegando che quel tipo di infrastrutture sono state realizzate sfruttando i lavoratori dell’epoca. 

Inoltre Chat GPT non è in grado di effettuare ricerche online. Tutte le informazioni che è in grado di fornire sono inserite all’interno del suo database, aggiornato al 2021.

Anche Chat GPT è fallibile 

Affidarsi ciecamente di ChatGPT però non è il consiglio che ci sentiamo di dare a studenti o programmatori che ricorrono all’aiuto dell’AI. Nel corso di vari esperimenti infatti ChatGPT si è dimostrata fallibile. Ad esempio alla domanda di chi sia Mario Draghi risponde che è il Primo Ministro italiano. Oppure le è stato chiesto dal Corriere della Sera alla rete neurale di stilare una classifica dei migliori libri degli ultimi anni. Sono usciti molti titoli, molti dei quali però sbagliati o addirittura inesistenti. 

Ad esempio tra i titoli citati c’è ‘L'amore è una forma di follia’ testo attribuito a Rosa Montero. Questo libro però non compare nelle bibliografia dell’autrice spagnola. La frase trovata da ChatGPT appartiene comunque alla Montero che l’ha utilizzata durante la promozione del suo romanzo ‘In cuore e carne’. 

Alla luce di questi errori, se pur piccoli, ci sentiamo di dire a tutti quei programmatori e quelle classi di lavoratori che si sentono minacciati da ChatGPT di stare tranquilli. Nonostante questo però molte istituzioni scolastiche lo ritengono un ottimo metodo messo gratuitamente a disposizione degli studenti per copiare. 

Per questo le scuole pubbliche di New York lo hanno vietato ai propri studenti, perché ha affermato la portavoce di una delle scuole, “sebbene lo strumento sia in grado di fornire risposte rapide e semplici alle domande non sviluppa le capacità di pensiero critico e di risoluzione dei problemi, che sono essenziali per il successo accademico e per tutta la vita”. 

LEGGI ANCHE ---> Atari VCS: Fine della produzione del modello rétro?

Atari VCS: Fine della produzione del modello rétro?

Tempo di lettura: 2 minuti

ATARI VCS - Dopo un solo anno dall'immissione sul mercato del modello vintage Atari VCS, l’azienda ha comunicato di aver interrotto i rapporti con i partner produttori. Significa che non potremo più acquistare questo modello? 

La storia di Atari VCS

Atari è una società statunitense produttrice di videogiochi e di hardware per uso videoludico fondata nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney. La società ha avuto un ruolo rilevante nello sviluppo dei videogiochi arcade e dei personal computer. Inoltre ha assunto una posizione di predominio nel mercato mondiale sino all'inizio degli anni Ottanta. 

Il marchio è stato più volte rilevato da società concorrenti: Infogrames lo acquisì in seguito all'acquisto di Hasbro Interactive. Che a sua volta lo aveva comprato da JTS Corporation, che si era fusa con l'originale Atari nel 1996. È divenuta quindi proprietà di Atari SA, precedentemente nota come Infogrames SA.

Tra i primi prodotti messi in commercio a partire dall’11 settembre 1977 da Atari c’era la console Atari 2600, pubblicizzata nei primi anni di commercializzazione come Atari VCS, sigla di Video Computer System. La sua produzione si è fermata nel 1992.

È stata tra le prime console a utilizzare le cartucce come metodo di distribuzione dei giochi ed è anche ricordata come la prima console di successo. Ne sono stati infatti venduti circa 30 milioni di esemplari, una delle console più longeve di tutti i tempi. Furono realizzati per la console più di 550 giochi e vennero vendute più di 120 milioni di cartucce, con prezzi che oscillavano fra i 12 e i 35 dollari. 

Visto il successo della console Atari 2600 nel 2021 l’azienda ha deciso di lanciare il modello Atari VCS con l’aspetto estetico nato per rendere omaggio proprio al primo modello dell'azienda. Permette l'utilizzo di tutti i titoli classici della console originaria, videogiochi moderni e funzionalità di intrattenimento in streaming. Il tutto tramite un sistema operativo basato su Linux, che consente agli utenti di scaricare e installare videogiochi compatibili. Il sistema condivide il nome con il Video Computer System (VCS) del 1977 di Atari, Inc.

Atari VCS giunta al capolinea? 

Negli ultimi giorni però si è diffusa la notizia che dopo solo un anno dalla sua messa in commercio, la produzione di Atari VCS potrebbe essere interrotta. L’azienda che le ha dato nuova vita ha infatti reso noto di aver interrotto i rapporti con i partner fornitori e produttori. 

I motivi dietro a tale scelta si possono ritrovare nei dati relativi alle vendite. Nell’ultimo report fiscale pubblicato si leggono guadagni pari a 4.3 milioni di euro. Si tratta quindi del 27% in meno di entrare rispetto al 2020. Crollate anche le entrate hardware, passate da 2.3 milioni dell’anno precedente a 0.2 del 2021, facendo registrare perdite del 92%. 

La sospensione della produzione potrebbe però non essere definitiva. In un comunicato infatti Atari fa sapere che alla "sospensione dei rapporti diretti di produzione hardware" seguirà una "nuova strategia commerciale che continuerà nell'anno solare 2023. Nel frattempo "Atari sta valutando lo sviluppo di nuovo hardware complementare dell'Atari VCS con partner tramite contratti di licenza". 

Parola agli esperti

Abbiamo chiesto a Lorenzo Peluso Mid Game Developer and Programmer Unity di commentare la notizia.

“Atari ha sicuramente dato un grande slancio al settore di videogiochi e console in passato. Trovo sia stata una mossa coraggiosa cercare di far vivere alle nuove generazioni ció che ha segnato un'epoca. È un dispiacere che a causa della pandemia e difficoltà progettuali questa idea sia stata resa vana. Tuttavia sono sicuro che una nicchia di persone continuerà ad amare Atari e a supportare i suoi progetti, sia vecchi che nuovi”.

Il mondo del calcio entra a gamba tesa nel Web3

Tempo di lettura: 2 minuti

DAVIDE MOSCARDELLI IL BARBAVERSO - Il calcio è da sempre attento a seguire l’andamento del mercato per aumentare l’engagement dei tifosi. È stato anche uno dei primi mondi a interessarsi attivamente alla blockchain con criptovalute, NFT e Fan Token. Inoltre è presente da tempo nel mondo virtuale e dei videogame. Ora è pronto ad una nuova rivoluzione. 

Dalla collaborazione con il bomber Davide Moscardelli (e la sua iconica barba) e la tecnologia 3D di Advepa nascono due nuovi format, il Barbaverso e il Barbaflash, per parlare di calcio e non solo in maniera virale. Sarà l’avatar di Davide Moscardelli a condurre la trasmissione online, con la collaborazione della giornalista Arianna Botticelli, in un innovativo studio interamente 3D. 

La rivoluzione nel calcio parta da Davide Moscardelli e Advepa con Il Barbaverso

Davide Moscardelli curerà due format video per commentare tutto ciò che avviene nel mondo del calcio all’interno dei metaversi di Advepa. La prima puntata è in programma per lunedì 21 novembre e per accedere basterà scaricare l’app Barbaverso per IOS e Android e cominciare ad interagire nella piattaforma del metaverso.

Per entrare a far parte come pubblico al programma basta scegliere il proprio avatar e raggiungere Davide Moscardelli nello studio 3D per parlare di calcio e di sport anche in compagnia di molti ospiti! Ogni lunedì alle 18, appuntamento dunque con IL BARBAVERSO

Partirà poi anche un appuntamento con Davide Moscardelli in versione avatar nel mondo del metaverso e dei social: BARBAFLASH. Pillole di pochi minuti sui principali argomenti di calcio e di attualità per restare sempre aggiornati in compagnia del bomber Moscagol.

Le parole di Davide Moscardelli sul lancio del Barbaverso

“Il calcio giocato è il massimo del divertimento per un appassionato come me, ma il calcio commentato dal metaverso con un avatar che è una mia copia fedelissima sarà davvero un’esperienza unica, piacevole e piena di sorprese per tutti coloro che si connetteranno con il Metaverso - ha esordito Davide Moscardelli. Non vediamo l’ora di dare il via a questa bella avventura in cui il calcio sarà la base di questo format ma ci sarà spazio anche per parlare delle mie passioni e quelle degli amici che verranno a trovarmi. Parleremo di aneddoti divertenti, curiosità e perché no, se vorrete, commenteremo anche i vostri video! Insomma un appuntamento divertente e rilassante, da non perdere!” - ha concluso Moscardelli.

Il ruolo di Advepa in questo match nel metaverso lo descrive Rossano Tiezzi

“Per Advepa entrare a pieno titolo anche nel mondo del calcio è una nuova entusiasmante sfida - ha commentato Rossano Tiezzi Direttore di Advepa. Mettendo il nostro metaverso che riproduce uno studio televisivo al servizio di questa grande passione che unisce tanti tifosi è un privilegio. Non solo, vogliamo davvero che il metaverso entri a far parte del nostro quotidiano - ha concluso Tiezzi - proprio per aiutarci a sviluppare nuove opportunità di business e anche per fornire un tempo libero di qualità”.

LEGGI ANCHE ---> 'Meta lancia i nuovi Meta Quest: alla scoperta delle versioni 3 e Pro'

Meta lancia i nuovi Meta Quest: alla scoperta delle versioni 3 e Pro

Tempo di lettura: 3 minuti

META QUEST - L’11 ottobre scorso è stato svelato il Meta Quest Pro, il nuovo visore della famiglia di Mark Zuckerberg. Non si è fatto in tempo a digerire la notizia che già si parlava del possibile arrivo di un altro nuovo visore, il Meta Quest 3. I due si dovrebbero assomigliare molto, ma mentre il Meta Quest 3 si propone come aggiornamento della linea classica di visori Meta, il Pro si prefigge lo scopo di diventare indispensabile non solo per chi naviga nel metaverso, ma anche per coloro che lo progettano e ci lavorano. 

"La sua forma più snella, più leggera ne definisce un design più accattivante e si spera più comodo del suo predecessore". - Giulia, esperta di modellazione 3D.

Le caratteristiche di Meta Quest Pro e Meta Quest 3

Caratteristiche Meta Quest Pro:

Il Meta Quest 3 non è stato ancora reso noto, ma Bradley Lynch, youtuber e insider, è entrato in possesso di alcuni file CAD e ne ha tratto un’analisi preliminare. 

Il costo dei Meta Quest Pro e degli accessori

Mark Zuckerberg ha già cominciato ad investire molto sul progetto in primis acquistando nel 2014 il produttore di device VR Oculus per 2 miliardi di dollari. Mossa che punta a ridurre il costo di questi dispositivi per renderli di più facile accesso. Perché il Metaverso è “una visione che comprende molte aziende, l’intero settore”. Nessuno ne sarà proprietario e tutti potranno farne parte.

La mossa di acquistare un’azienda che produce visori per realtà immersiva però non sembra aver ancora sortito l’effetto sperato. Meta Quest Pro. costa infatti 1.799,99€, prezzo nettamente superiore rispetto a quello dei visori di generazioni precedenti. La cifra comprende il visore, due controller Meta Quest Touch Pro, ricambi per le punte delpennino, una dock di ricarica USB-C a 45 W e ligth blocker removibili per ridurre il disturbo della luce.

Il dettaglio del costo degli accessori.

Voce agli esperti

Abbiamo chiesto a Giulia, esperta di modellazione 3D che lavora ogni giorno nella realizzazione di metaversi cosa pensa del Meta Quest Pro. 

“È sicuramente un grosso upgrade rispetto al modello Quest 2 . La sua forma più snella, più leggera ne definisce un design più accattivante e si spera più comodo del suo predecessore. Interessantissima la funzionalità che rileva le espressioni facciali e le trasmette al proprio avatar, questo darà sicuramente più dinamicità alle interazioni con altri utenti del metaverso. 

Siamo ansiosi anche di scoprire come si è evoluto il passthrough, ovvero il sistema che permette di vedere anche l'ambiente circostante "non virtuale" in modalità più mixed reality che virtual reality, ma soprattutto l'hand tracking, sistema che consente di utilizzare il visore senza l'uso dei controller. 

Unica pecca è sicuramente il prezzo, ci sta che sia uno strumento per sviluppatori, tuttavia non sono davvero loro che vivono o dovrebbero vivere il metaverso, ma piuttosto la gente comune che ha ancora tanta difficoltà ad approcciarsi a questo nuovo mondo digitale e sicuramente la realizzazione di un modello low-budget o più accessibile economicamente potrebbe essere la risposta al problema”.

LEGGI ANCHE ---> Lente liquida e visori per la realtà aumentata

Google Stadia, chiude dopo due anni: la reazione dei sviluppatori

Tempo di lettura: 2 minuti

CHIUDE GOOGLE STADIA - Nel marzo del 2019 Google annunciò il rilascio di Stadia, una tra le prime piattaforme a permettere il il cloud gaming, ovvero di giocare senza l’utilizzo di una console, ma appoggiandosi esclusivamente alle piattaforme di Google. Il successo di Stadia sembrava assicurato, invece a distanza di due anni è arrivata la notizia della chiusura. 

L’annuncio della chiusura di Google Stadia 

Dal 18 gennaio 2023 Stadia chiuderà i server. La notizia è arrivata un po’ improvvisamente ma non ha di certo sorpreso. Infatti già da tempo, quasi da subito si potrebbe dire, il logo di Stadia non compariva nei trailer dei giochi compatibili e anche le testate giornalistiche si sarebbero dimenticate di citare Stadia negli articoli sulle nuove uscite tra piattaforme supportate. 

La chiusura della piattaforma Google ricade principalmente sui giocatori che rischiano di perdere ore e ore di gioco e di progressi, che gli utenti abbonati potranno continuare a salvare fino al giorno di chiusura. Google ha previsto il rimborso del costo dell’abbonamento, ma non sembra aver preso in considerazione il rimborso del tempo e dei progressi che i giocatori hanno speso su Stadia. Inoltre è alto il rischio che alcune della ‘rare’ escluse di Stadia rischiano di diventare ingiocabili da gennaio, a meno di non trovare presto una nuova piattaforma dove trasferirsi. 

Le cause della chiusura

Identificare le cause esatte che hanno portato al flop di Stadia è complicato. Le cause sembrano essere molteplici e dipendere da numerose concause. Il costo della piattaforma non sembra costituire un vero ostacolo, perché i 9,99 euro al mese per l’abbonamento Pro, paragonati ai 12,99 di Xbox Game Cloud sono oggettivamente più economici. Il problema sta nell’offerta fornita a fronte della spesa. 

L’offerta Xbox mette a disposizione degli abbonati accesso illimitato a un catalogo di oltre una 100 giochi. La library offerta da Stadia è nettamente inferiore anche per gli abbonati Pro, mentre a chi utilizza la piattaforma con accesso gratuito obbliga l’acquisto dei singoli giochi. 

Stadia, pur avendo un prezzo contenuto di 9,99 euro al mese nel suo abbonamento Pro, offre pochi giochi inclusi al mese, oltre ad obbligare i suoi giocatori all’acquisto dei singoli giochi nel caso in cui si sfruttasse l’abbonamento gratuito

La reazione di sviluppatori e produttori

Il flop di Stadia era annunciato, ma l'annuncio di Google sulla chiusura di Stadia ha sorpreso gli stessi sviluppatori dei giochi. Lo si intuisce chiaramente dalle parole di Rebecca Heineman, designer e programmatrice statunitense, rilasciate a GLHF.

“Nessuno, nemmeno i dipendenti di Stadia lo sapevano. Lo hanno scoperto quando è andato online il post sul blog”. 

La Heineman, che al momento dell’annuncio stava lavorando insieme allo sviluppatore Olde Sküül, ad un port moderno di Luxor Evolved, continua:  “circa quattro mesi di lavoro” sono stati ora mandati in fumo, il che “per un minuscolo sviluppatore come Olde Sküül, è un sacco”.

Per fortuna non tutto è andato perduto perché come ha affermato sempre la Heineman su Twitter: “Se non altro, Google ci ha contattato e sta lavorando per attutire il colpo dovuto al fatto che il nostro titolo per Stadia sia stato cancellato. Almeno sarà su altre piattaforme (Nintendo Switch, Xbox e PlayStation, ndr.)”. 

Dopo i programmatori si sono fatti sentire anche i produttori. Tra i primi Ubisoft, che ha annunciato di consentire agli utenti possessori di giochi Google Stadia di trasferirli su PC grazie alla piattaforma Ubisoft Connect.

LEGGI ANCHE ---> Google Analytics 4 è la nuova generazione di proprietà: miglioramenti sulla privacy e pubblicità per le aziende