GIORNATA MONDIALE PASSWORD – Pensare che ancora oggi sia necessario ricordare le linee guida per creare una password potrebbe fare ridere. Eppure sembra che non sia ancora abbastanza: dati alla mano, l’utente medio deve fare ancora molta strada per la sua stessa sicurezza online. “123456” è ancora un evergreen da cui sembra impossibile distaccarsi: forse con questa giornata mondiale della password abbiamo alcune speranze. Anche noi del Tech Corner vogliamo fare un tentativo per redimerci da certe abitudini comode, ma rischiose.
Password fin troppo semplici e dove trovarle
Il 6 maggio è da alcuni anni la giornata mondiale della password, ideata dal ricercatore di sicurezza informatica Mark Burnett. Il buon proposito è di ricordare a tutti noi quanto sia importante la sicurezza di una password: peccato che lo prendiamo un po’ troppo alla lettera. Magari troviamo anche una password più o meno sicura, tuttavia usiamo la stessa per 10 piattaforme diverse et voilà. Con un solo attacco, un hacker potrebbe accedere a Facebook, Amazon e PayPal della sfortunata vittima.
Ma le peripezie della nostra pigrizia informatica non finiscono qui. Come scritto poco fa, alcune password scontate come “123456”, oppure “dragone” e “Ronaldo”, sono tutt’ora all’ordine del giorno. Svariate statistiche hanno passato in esame circa un miliardo di credenziali: tra queste, circa sette milioni sono potenzialmente accessibili a chiunque scriva “123456” ecc.
Alcune persone, invece, penseranno che basti sostituire le lettere con dei caratteri particolari, ad esempio scrivendo “r0n4₤do”. Con grande dispiacere, dobbiamo comunicare che anche quei bei tempi sono finiti. La potenza di calcolo dei computer unita ai vastissimi vocabolari online decifrano queste parole in un batter d’occhio.
La giornata mondiale della password: ecco perché serve
Mettendo da parte i casi tragicomici per un attimo, vi proponiamo dei dati che lasciano capire l’importanza della giornata mondiale della password.
Punto di partenza: secondo il Verizon Data Breach Investigation Report, l’81% delle violazioni informatiche avviene grazie al furto delle credenziali. In parole povere, usare password più sicure lascerebbe molti hacker senza lavoro. Forse, quando troviamo di fronte a noi una casella così piccola e semplice, tendiamo a non associare tutta la nostra privacy a cui è connessa, minimizzando il problema.
Altri dati poco ammirevoli arrivano dalle realtà aziendali: Secondo Panda Security, il 59% delle aziende si affida alla memoria umana per la gestione delle password.
Per quanto possa sembrare un’abitudine noiosa e poco importante, la nostra attività online dipende essenzialmente dalle nostre password. A questo punto, continuiamo a rifarci alle linee guida che troviamo sul web: sperando che “1234” diventi appannaggio di altri tempi.
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