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Come il Coronavirus ha cambiato il nostro rapporto con il cibo

21 Maggio 2020
- Di
Arianna
Coronavirus, fare impresa: imprenditori ed imprenditrici | Lacostagroup.it
Tempo di lettura: 2 minuti

MARCO GINANNESCHI CORONAVIRUS CIBO - L'arrivo improvviso del Coronavirus ha trasformato le nostre vite. Dalla Cina, il Covid-19 ha attraversato tutto il pianeta, arrivando a contagiare quasi 5 milioni di persone e ad ucciderne più di 300.000. Numeri impressionanti, se si pensa che oltre il 10% dei decessi totali si è verificato proprio in Italia. La pandemia ha costretto l'uomo a modificare radicalmente le proprie abitudini di vita, a far fronte a problemi economici anche gravi e a rivedere ogni aspetto del quotidiano. Le sane abitudini sono diventate obblighi di legge. Le norme igieniche, ad esempio, una volta considerate "scontate", si sono trasformate in vere e proprie procedure per evitare il contagio. Mascherine, guanti monouso, gel disinfettante: tre elementi indispensabili, ormai, nella vita di tutti i giorni.

Coronavirus e cibo: l'analisi di Marco Ginanneschi

L'attenzione che si sta avendo nei confronti dell'igiene, ricade direttamente anche sul cibo. Da dove proviene, come è stato preparato, che percorso ha seguito prima di arrivare a noi: il consumatore è diventato molto più attento ad ogni singolo passaggio produttivo. Una ricerca di Yelp, ad esempio, ha confermato che i consumatori sentono maggiormente la necessità di acquistare il cibo in maniera sicura, limitando al minimo il contatto umano. Un dato importante, che si riversa anche sull'economia, visto che anche la riapertura dei ristoranti, dei bar, o dei luoghi in generale in cui si consuma cibo sta risentendo di questa tendenza. Technomic, ad esempio, ha stimato che il 32% delle persone di età adulta sta pensando di non frequentare i ristoranti come prima del Coronavirus. Per questo motivo, la cucina casalinga sta tornando ad essere protagonista nella preparazione dei cibi.

Coronavirus e cibo, attenzione alla sicurezza

Il virologo Fabrizio Pregliasco, in un’intervista a Il Messaggero, ha affrontato il tema del cibo e della sicurezza legata al Coronavirus, rapportandola alla vita quotidiana, dal lavarsi le mani alla spesa nei supermercati. "Non ci sono rischi maggiori rispetto ad altre situazioni. La regola resta sempre la stessa: lavarsi le mani e non portarle mai alla bocca. Semplicemente direi di dare importanza all’igiene, come sempre, e di seguire le regole del buon senso perché altrimenti, a dover disinfettare le buste della spesa, non si vive più. Il coronavirus può restare sulle confezione dei cibi, ma in 4 ore perde la sua carica virale. Inoltre, le temperature basse all’interno del frigo bloccano la circolazione del virus che, ad un certo punto, si distrugge. Così come nel forno, o durante la cottura: bastano 60 gradi per "uccidere" il virus".

Cibo e Coronavirus: legami con una società "diversa"

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