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Nasce Peas, l'app con cui Matteo Ward fa parlare i tuoi vestiti

8 Febbraio 2022
- Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti

[vc_row][vc_column][vc_column_text]CEM BÖLÜKBAŞI ESPORT –  E se da grande tuo figlio volesse fare il giocatore professionista? E se fino ad ora non avesse mai praticato uno sport? Potrà farlo grazie agli eSport. Ma è anche possibile che possa diventare un mental coach di atleti professionisti di sport elettronici. Come è possibile che il successo che potrebbe avere come e-atleta professionista gli permetta di approdare nello sport reale. A dimostrarlo Cem Bölükbaşı. [/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

P.E.A.S – Product Environmental Accountability System il webinar di Matteo Ward

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il 31 gennaio 2022 si è tenuto P.E.A.S – Product Environmental Accountability System. Nel corso del webinar è stato presentato il primo sistema intelligente in grado di unire tracciabilità sociale e ambientale alla gamification. Con Peas ambiente, sostenibilità e gioco si incontrano.

Pea, nata dall’idea di Matteo Ward è una tecnologia che vuole rendere accessibili tutte le informazioni che riguardano i capi di abbigliamento che si trovano già nel nostro armadio o che vogliamo acquistare. In particolar modo ci dà accesso alle informazioni relative all’impatto ambientale del capo che vogliamo tracciare e anche come verrà ammortizzato nel tempo. Il tutto è permesso da un algoritmo a cui accediamo tramite un'app mobile. Matteo Ward ha dichiarato di aver pensato a Peas dopo aver saputo che in media un vestito viene buttato dopo averlo indossato per sole 7 volte. Ciò, unito ad altri importanti dati, fa capire quanto strada ancora ci sia da fare sul tema sostenibilità nella vita quotidiana.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Le parole di Matteo Ward e gli altri relatori di Peas

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]“La si può definire innovazione solo quando è sostenibile e impatta positivamente sulle persone, sulla comunità e sul nostro ambiente”, afferma Mohamed Deramchi, ceo e founder di WWG.

“Ogni secondo l’equivalente di un camion carico di vestiti viene bruciato o gettato in discarica. I problemi sociali e ambientali causati dall’industria della moda derivano dal fatto che noi tutti siamo stati indotti a disconnetterci emotivamente dai capi che compriamo”, dichiara Matteo Ward, ceo di WRÅD e ideatore di P.E.A.S.

“Da molto tempo Regione Lombardia sta lavorando su una strategia di sviluppo sostenibile per raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030. Ad oggi sono stati finanziati 17 progetti tra cui, appunto, P.E.A.S.”, afferma la Dott.ssa Negroni di Regione Lombardia.

“Tutti da anni ci ricordiamo dell’importanza di amare i nostri vestiti e di viverli a lungo per avere un impatto positivo sull’ambiente. Da questa necessità nasce l’idea di creare P.E.A.S, un ‘gioco intelligente’ per contrastare in modo innovativo la sovrapproduzione e sovraconsumo di vestiti”, conclude Ward.

“Dai risultati della nostra ricerca scientifica sulle cause della non sostenibilità del sistema moda e lusso emerge come sia impossibile raggiungere gli obiettivi di sostenibilità di lungo termine senza il contributo attivo di tutti gli attori coinvolti. Pensare che la responsabilità del cambiamento sia in capo ad un determinato soggetto della filiera moda è sbagliato e potenzialmente anche controproducente”, afferma Alessandro Brun, professore del Politecnico di Milano.

E Fausto Chiappa, ceo di 1TruedID, continua: “Dopo aver studiato e analizzato cosa offriva il settore e quali tra le blockchain esistenti si adattava alle nostre esigenze, abbiamo deciso di creare una nostra blockchain: pubblica, economica e a basso consumo energetico”.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]LEGGI ANCHE —> Riciclaggio: impatto ambientale e nuove tecnologie[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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