Parvin Afsar, imprenditrice su due ruote Ducati

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]PARVIN AFSAR IMPRENDITRICE DUCATI - Gli imprenditori sanno distinguersi anzitutto per le loro abilità sul lavoro, ma anche per le capacità che sviluppano al di fuori di esso. È il caso di Parvin Afsar, un’imprenditrice che con sicurezza dirige l’azienda di famiglia e guida le sue Ducati sia su strada che su pista. Facendo strada sia metaforicamente che letteralmente, è riuscita a trovare un equilibrio tra passione e lavoro. Non solo, le sue motociclette l’hanno aiutata a comprendere meglio le sue scelte durante la sua carriera.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Dall’azienda di famiglia alla prima moto

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Parvin Afsar è nata in Italia dalla madre italiana e il padre iraniano. Le due culture si uniscono nel suo animo intraprendente che le usa entrambe, “è come avere due cervelli” come dice lei stessa. Suo padre è un ingegnere meccanico con la passione per i motori, anche se non ne ha mai posseduto uno. Questo il punto di partenza per Parvin Afsar, che da adolescente ha sempre desiderato avere prima il motorino per poi passare alla moto. Purtroppo, come spesso accade, non ha fatto il passaggio alla cilindrata maggiore per volere dei genitori.

Gli anni passano, arriva la laurea in ingegneria industriale, i primi impieghi, e torna a galla la sua passione per le due ruote: a 30 compra la sua prima moto. La sua spontaneità l'ha portata a comprare la sua prima motocicletta per poi iscriversi alla scuola guida il giorno seguente.

"Era la mia prima moto, uno Scrambler Icon 800 che ho poi totalmente customizzato, partecipando anche alla Custom Rumble, l’unica competizione internazionale ufficiale dedicata agli Scrambler ‘speciali’ ”.  - Parvin Afsar si racconta in un'intervista.

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Parvin Afsar e i parallelismi tra imprenditrice e pilota

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Dopo la prima moto comprata con le sue risorse, ne sono arrivate altre due e la pista non è più un’opzione, ma quasi una sua necessità. Per giunta ha incontrato anche la musica durante le sue corse: accomunati dall’interesse per la Ducati Monster, è entrata a far parte della Monster band.

Salire in moto significa sicuramente provare una grande scarica di adrenalina, ma non si tratta solo di questo. Per Parvin Afsar la moto riesce anche a darle delle lezioni importanti su come affrontare la sua carriera da imprenditrice. Si possono fare molti confronti tra una motocicletta e i momenti delicati che si incontrano quando si ha in mano un'azienda da gestire. Per esempio, Parvin Afsar fa un confronto tra i primi passi a capo di un'azienda e la prima volta in cui è salita su una moto.

“È qualcosa di davvero molto simile a cosa accade quando sali in moto per la prima volta: all’inizio puoi avere dei timori, non sai come fare, ma solo affrontando gli inevitabili rischi della vita e facendo tanti chilometri puoi imparare a guidare.”

 

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Didattica a distanza e web: come abbiamo affrontato la crisi

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24271"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]DIDATTICA DISTANZA WEB CRISI  - La pandemia da Coronavirus ci ha costretti all’isolamento e alla lontananza. L’uomo però è un animale sociale incapace, nella maggioranza dei casi, di vivere solo. Sia nelle corsie degli ospedali che nelle case la prima cosa che si è cercato di sconfiggere è stata la distanza. In nostro soccorso è giunto il web con le sue infinite possibilità. Ivana Porcini, docente di arte, gallerista e curatrice del blog L’Escargot ci racconta la sua esperienza e pensiero su web e didattica a distanza.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Che cosa può darci la crisi

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Siamo tutti in crisi da un anno. Un’improvvisa e inimmaginabile realtà ci ha costretti a modificare la nostra vita, con non poca sofferenza. Ma la parola crisi etimologicamente viene dal greco κρίσις che vuol dire decisione. È questo è molto interessante perché ciclicamente le crisi, se si ha la forza di spingersi oltre le criticità, sono utili al cambiamento e a prendere decisioni che rinnovano.

Bisognerebbe imparare qualcosa di importante da questi eventi traumatici che ci insegnano a guardare le cose da altri punti di vista. Ci consegnano quel preciso istante in cui finalmente ci si rende conto di poter vivere in un altro modo, e rendono improvvisamente evidenti gli orpelli, le inutilità, le pochezze. La didattica a distanza e gli strumenti del web sono stati un grande strumetno di aiuto per affrontare la crisi.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Le conseguenze di aver trasposto la nostra vita sul web

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Così, a mio avviso, tutto andrebbe ripensato, essendo giunti ad un bivio. La vita vera si è incrociata con la vita virtuale, l’una è entrata nell’altra e si fa fatica a non vivere intrecciati. Siamo tutti più poveri, oggi. E ci lamentiamo continuamente di vivere in un mondo parallelo, pieno di nozioni e di informazioni, che sembra altro dalle nostre vite. Senza incontri dal vivo, senza emozioni, senza contatto. Eppure dobbiamo ricordare che grazie al web siamo andati avanti senza fermarci. Abbiamo mangiato a casa i cibi preferiti che abbiamo scelto sul video, abbiamo trovato le maglie in tinta che cercavamo e comprato i libri al prezzo migliore.

Abbiamo parlato davanti a un computer per ore con gli amici, i genitori, gli alunni e siamo cambiati. E, che ci piaccia o no, sono sicura che indietro non si possa più tornare. Nessuna società umana sta mai ferma. Le cose cambiano e nella mente si affollano oggi tante domande: Siamo appena all’inizio? Siamo alla fine? Il mondo può cambiare in meglio? O andremo sempre più in basso?[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

I giovani, la didattica a distanza e il web

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Da docente, credo che sia arrivato il momento di ripartire dai giovani e ascoltare quello che hanno da dirci. Li ho visti perdersi in questi mesi, smarrire il senso e l’entusiasmo. Abbiamo fatto finta di crederci ma in realtà non ci credeva nessuno. La didattica a distanza e gli strumenti web,con cui ci siamo armati per sconfiggere la crisi, ci sono serviti per non perdere l’anno, per non dimenticare i nostri doveri, per provare a immaginare che fosse tutto normale senza feste di compleanno, senza uscite serali, senza cinema, senza viaggi. Stiamo ancora metà in remoto e metà in classe e stiamo facendo uno sforzo enorme. Con la dad il ritmo si perde in continuazione e questo, da un certo punto di vista, è un bene perché bisogna rimodulare il discorso costantemente.

Io parto dai contenuti, che diventano pretesti per far riflettere, non per immagazzinarli da qualche parte ma per renderli strumenti di esperienze e di conoscenze. Ma nonostante tutto la scuola manca ai ragazzi perché questi anni andrebbero vissuti tutti insieme, nelle aule a parlare di amore e nei bagni a piangere e a imprecare contro i docenti. Ci auguriamo che torni presto com’era con la certezza che la scuola andrebbe reinventata. Io ne ero già convinta da tempo e mi piacerebbe riuscirci come se fosse un passaggio spontaneo, mettendo la loro voce e il loro mondo al centro di tutto. Per un futuro più felice di questo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Non solo dad e web ma anche l’arte per risollevarsi dalla crisi

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Da storica dell’arte mi piacerebbe immaginare questo rinnovamento attraverso l’arte, che per me è una compagna di vita indispensabile. Per qualche anno, un po’ di anni fa, ho insegnato Pedagogia dell’arte nelle facoltà di Scienze dell’educazione e della Formazione primaria all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. In sostanza, provavo ad avvicinare i futuri maestri all’arte, attraverso la cultura e la ricchezza dei diversi saperi. Non era solo un approccio condiviso all’arte, era piuttosto mostrare una strada diversa da percorrere alla scoperta della complessità del mondo, del tempo e della storia.

Per molto tempo sono stata convinta che nel mondo della scuola questo approccio al cambiamento non sarebbe stato possibile. Invece in questo periodo mi sono dovuta ricredere fortemente. Ho visto numerosi docenti mettersi in gioco e attivarsi positivamente per apprendere e trovare il miglior modo possibile di gestire la didattica a distanza. Spero che di tutta questa esperienza ci rimanga la voglia di cambiare e sperimentare che è importantissima e necessaria per lavorare nel modo giusto con i ragazzi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Imprenditrici internazionali: Catherine Riney con Our World Travel Logs

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24128"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Catherine Riney: Our World Travel Logs

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Viaggiare è da sempre il desiderio più grande di ognuno di noi. Nella nostra vita abbiamo fatto tantissimi viaggi, brevi e lunghi, vicini e lontani. Spesso ci ritroviamo a pensare a quanti ne abbiamo fatti e alle mete che abbiamo visitato. È bello ripensare ai nostri viaggi e ripercorrere le tappe che abbiamo fatto. Capita però che a volte ci perdiamo nei ricordi e i dettagli dei nostri viaggi diventano confusi. Ecco che qui entra in gioco Our World Travel Logs, progetto creativo e sostenibile ideato e realizzato da Catherine Riney.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Ma che cos’è di preciso questo progetto? Stiamo parlando di un libretto delle dimensioni di un passaporto dove poter annotare tutti i dettagli di viaggio. L’innovazione di questo libretto sta ne fatto che sia interamente realizzato con carta ottenuta in maniera sostenibile. A volte tentiamo di annotarci i dettagli dei nostri viaggi sullo smartphone ma il rischio che scompaia nella marea di file del nostro cellulare è alta. Il risultato è che non pensiamo più a riguardarlo. Con questo libretto cartaceo è possibile invece avere a portata di mano tutti i nostri viaggi e riguardarli ogni volta che vogliamo. Una sorta di diario di bordo per ricordarci quando e dove abbiamo viaggiato.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Com'è nato il progetto

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Catherine Riney ci racconta con due articoli il suo progetto. Nella prima parte in cui parla di Our World Travel Logs ci dice “Come madre di due bambine e appassionata viaggiatrice ho voluto catturare i ricordi dei nostri viaggi in modo divertente ed educativo. In qualità di persona impegnata nella sostenibilità del nostro mondo, volevo essere sicura di farlo in modo consapevole dal punto di vista ambientale.”[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il bisogno di creare questo progetto è nato una volta finito un libricino dove stava annotando i viaggi delle proprie figlie da quando erano nate. Facendo alcune ricerche si è poi accorta che questo tipo di registro di volo esisteva in commercio ma che lei non ne aveva mai avuto uno, nonostante avesse viaggiato fin da piccola.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il suo primo volo è stato infatti all’età di 2 anni, dagli Stati Uniti d’America all’Australia per andare a trovare la famiglia della madre originaria di Newcastle, nel New South Wales, Australia. Un viaggio epico durato 48 ore con 5 scali prima dell’arrivo. Con la sua famiglia, ha visitato moltissimi luoghi e in questo modo sia lei sia sua sorella hanno cominciato a voler conoscere il mondo sempre di più.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]

Ho molti ricordi felici di altri viaggi che abbiamo fatto per visitare la nostra famiglia australiana. È stato l’inizio per me e per mia sorella del fascino del mondo, sia a casa che lontano. Abbiamo viaggiato negli USA in tenda, camper e aereo. L’esplorazione è sempre stata per noi una seconda natura.

[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Ora Catherine Riney abita a Londra, insieme alle figlie e a al marito. La sua voglia di viaggiare è riuscita a trasmetterla ad entrambe le ragazze, che come lei hanno cominciato a viaggiare fin dalla tenera età. Anche loro proprio come la madre hanno deciso di registrare i propri viaggi.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Our World Travel Logs parte proprio da qui, una famiglia di appassionati di viaggi che vuole segnare tutte le tappe effettuate. Partito come qualcosa per uso personale, si è invece rivelato essere un progetto vincente da poter essere condiviso con il mondo intero.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Com'è stato sviluppato

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_single_image image="24133" tutorials=""][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Our World Travel Logs è stato ideato per essere qualcosa da portarsi facilmente con sé. Catherine Riney ha volutamente optato per qualcosa di cartaceo e non elettronico, perché il suo primo amore sono stati proprio i libri. Volendo fare un progetto fisico ha dovuto fare molte ricerche, imparare ad usare software per la progettazione e soprattutto trovare modi di stampare sostenibili. Il lavoro non è stato quindi semplice e ha richiesto molto tempo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Con questo libretto l’idea di Catherine Riney è quella di portarti in viaggio mentre sfogli le pagine. Un tuffo nei ricordi dei tuoi viaggi a partire da chi sei, quanto hai volato e quali paesi hai visto. è presente anche una colonna segreta dove puoi registrare le persone che erano con te nel viaggio e anche altre annotazioni. L’altro obiettivo di questo progetto era quello di essere interamente sostenibile e per questo la sua ideatrice ha cercato un modo per stamparlo in maniera sostenibile. Ciò è stato possibile tramite l’utilizzo della carta del Forestry Stewardship Council (FSC) che viene raccolta in modo sostenibile.[/vc_column_text][vc_column_text]

I miei prodotti e le mie confezioni sono tutte create con carta realizzata in modo sostenibile.

[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Per la sua creatrice Our World Travel Logs è una nuova avventura. La sua carriera professionale è infatti sempre stata in un ambito completamente diverso, quello del mondo dei gli affari. é una contabile o consulente per il cambiamento aziendale che ha a che fare con organizzazioni di ogni tipo, in Australia e Regno Unito. Insomma questa è stata una svolta decisiva che le ha permesso di dare vita alla sua creatività.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Nella seconda parte del suo articolo ci racconta poi di come sia riuscita a vincere un concorso che l’ha aiutata nella creazione del suo progetto.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Qui il link per leggere gli articolo integrali di Catherine Riney: Our World Travel Logs e Our World Travel Logs - Parte seconda[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row]

Case Study: MS Packaging

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Una Società Specializzata in Imballaggi

L'innovazione sulla scia della tradizione. E’ questa l'impronta che l’imprenditrice Elena Scarlato, originaria di Scafati in provincia di Salerno, ha dato all'azienda MS Packaging insieme alla figlia. La dottoressa Scarlato ha acquisito anni fa il ramo d'azienda di una società specializzata in imballaggi. La principale lavorazione del gruppo era già basata sul cartone ondulato ma il processo è stato rinnovato.

La rivoluzione apportata da Elena Scarlato ha generato un vero e proprio processo di ammodernamento dell'azienda MS Packaging. La Scarlato, infatti, ha ristrutturato l'intero ciclo produttivo e l'organizzazione dell'azienda che è diventata tra le più moderne ed efficienti in Italia nel suo settore.

Il lavoro di ristrutturazione aziendale, però, è stato fatto soprattutto in chiave della tutela ambientale. Elena Scarlato voleva un'azienda che fosse inserita in un contesto Green pur mantenendo la sua tradizionale vocazione nel settore degli imballaggi. Alla MS Packaging, grazie anche alle innovazioni apportate dalla Scarlato, sono state riconosciute le certificazioni FSC - ISO 9001 e ISO 14001.

 

Sempre più Green: MS Packaging

La grande svolta nell'impostazione della nuova mentalità aziendale è avvenuta nel momento in cui si è dato vita agli investimenti nella ricerca. Per avere un'ottica sempre più Green la MS Packaging ha così modificato i processi di lavorazione andando a sostituire quello della plastica con il cartone.

Ambiente fa rima con igiene e sicurezza, soprattutto quando si parla di componenti destinati agli alimenti. È il caso dei contenitori per il trasporto della pizza. La soluzione trovata dalla MS Packaging ha sviluppato un prodotto che rispecchia totalmente le normative in vigore e che può essere definito innovativo, andando comunque a rassicurare gli utenti in un periodo delicatissimo per la salute.

Rispetto per la saluta, ma anche per il sapore del cibo che deve restare inalterato.

L'attenzione al fruitore finale del prodotto è quindi esponenziale da parte di un'azienda che punta sulla qualità dell'intera filiera. Per questo, la MS Packaging ha acquisito anche una cartiera che fornisce direttamente allo stabilimento di Arzano il floating riciclato che rappresenta la materia prima per il packaging.

L’innovazione e le ricerche scientifiche dell’azienda di Arzano hanno portato anche allo studio del parco galleggiante di Rotterdam, in Olanda, realizzato interamente in floating riciclato e che ospita piante e animali.

L’imprenditrice Elena Scarlato in prima persona si è occupata di direzionare gli investimenti verso l'ottica Green per non avere impatti sull'ambiente, che restano minimi per un'azienda come la MS Packaging.

 

MS Packaging: Un ciclo completo

Si è generato così un sistema che inizia fin dalla raccolta differenziata. Successivamente si lavora sul trattamento della materia prima seconda. Non vengono trascurati, assolutamente, per ottimizzare al massimo il processo e non avere impatti sull'ambiente, neanche gli scarti di produzione. Questi ultimi vengono adeguatamente trattati attraverso un processo specifico. Un ciclo completo che porta la MS Packaging ad essere una delle migliori aziende in italia nella produzione di cartone riciclato e imballaggi in cartone riciclato.

L'azienda Green voluta dalla Scarlato ha così minime emissioni nell'atmosfera, nel ciclo delle acque e nel ciclo dei rifiuti, tutelando in maniera spasmodica l'ambiente.

D'altronde, la dottoressa Scarlato ha nel suo dna il lavoro effettuato dal padre proprio nel settore cartario. Pur non essendoci un passaggio generazionale diretto, l'opportunità di MS Packaging ha consentito ad Elena Scarlato di investire in un settore nel quale lei si presenta come imprenditrice innovativa e attenta all'ambiente.

Il vino è donna?

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Donatella Cinelli Colombini, è la Signora del Vino: in Toscana - e non solo - la definiscono così. Avanguardista, eclettica, ancorata alle radici del suo mondo tra Trequanda e Montalcino dove “vive” il Brunello, da secoli. Famiglia di viticoltori che nella vigna hanno 'impiantato' il dna. Il 1998 segna 'l'anno zero' di Donatella. Riceve in eredità un casale della seconda metà del ‘500: non c'erano vigneti. Soldi, lavoro e fatica restituiscono la bellezza di una struttura in pietra dove il Granduca Leopoldo di Toscana soggiornava e amava trascorrere momenti di intimità con Isabella. Un luogo di rara bellezza incastonato tra le colline e i boschi della Val d'Orcia; enclave scelta come 'buen retiro' da numerosi uomini d'affari, artisti, chirurghi, facoltosi imprenditori arrivati anni fa dal Belgio.

Donatella Cinelli Colombini “scommette” sulle donne e fonda “Casato Prime Donne”: rompe un tabù con una visione imprenditoriale che non è solo business, ma valorizzazione delle professionalità. Scelta controcorrente in una comunità di produttori d'impronta e tradizione maschile, e oggi è uno dei tratti distintivi del suo fare impresa. Ha scelto solo donne per la cantina e da allora è cominciato un viaggio senza limiti. Oggi il Colle è una realtà importante: donne cantiniere, corsi di avvicinamento al vino, scuola di cucina, agriturismo con attività svariate: dal trekking al birdwatching, alle escursioni a cavallo, alla ricerca di tartufi con maestri del posto. Al Colle arrivano ospiti da tutto il mondo e il viaggio comincia sui Social con migliaia di contatti sul blog di Donatella, i profili Facebook e Twitter.

Gli abbinamenti vino-cibo sono una delle sue specialità: nella cantina scavata nella roccia c’è la temperatura perfetta per il suo Brunello Prime Donne che lei ha trasformato nell'omonimo Premio dedicato alle donne perchè le assaggiatrici sono proprio loro.

L’ultima creazione si chiama Orcia Doc e il suo Cenerentola ne è l’espressione. Donatella Cinelli Colombini guida con orgoglio l’omonimo Consorzio che riunisce tredici Comuni della Val d’Orcia dove si produce Sangiovese: 43 aziende consorziate e 270mila bottiglie all'anno descrivono Orcia. Donatella aggiunge un tocco in più: “Orcia è il vino più bello del mondo perchè esiste un territorio più bello di questo?”. Lo dice l'Unesco.

 

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