Il robot cestista di Tokyo 2020

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]ROBOT CESTISTA TOKYO 2020 - Chi gioca a pallacanestro lo sa: infilare la palla a sei spicchi è ogni volta una sfida. Si tratta di incastrare decine di condizioni in un solo tiro, e la pratica non basta mai. Adesso la tecnologia ha messo alla prova i suoi progressi sul parquet, mettendo in campo l’eterna battaglia tra cervello e (non solo) muscoli. Grazie a Giulio Falchi, esperto UI, cerchiamo di capire il fascino dei robot e dei Mecha in Giappone.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

CUE la mette pure da centrocampo a Tokyo 2020

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Si chiama CUE ed è il progetto firmato da Toyota avviato nel 2018. Sul campo da basket di Tokyo 2020 ha fatto scalpore per i suoi tiri incredibili da varie angolazioni e distanze, perfino da centrocampo. Un portento dei 3 punti che sfoggia la sua coordinazione complicata anche per gli esseri umani.

“È proprio questa la caratteristica incredibile: questo robot ha una coordinazione fin troppo perfetta. Dai piedi ai minuscoli movimenti delle mani, CUE è ancora più vicino al comportamento umano.” Questo il pensiero di Giulio Falchi.

Infatti il robot cestista ostenta una gestualità invidiabile, ma non è solo questo il suo punto forte. Un’altra caratteristica è la sua - quasi - infallibilità: è il robot con il record mondiale di canestri consecutivi, 2020 in meno di 6 ore.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

La tradizione giapponese dei mecha

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Vedere un robot comportarsi come - e meglio - di un essere umano è strabiliante per chiunque. Tuttavia, può darsi che per il popolo giapponese lo sia un po’ meno: per loro, quella dei robot umanoidi è ormai una tradizione ben radicata.

“Si tratta del mondo dei cosiddetti ‘mecha’ ", Prosegue Giulio Falchi, “Un argomento che, in Giappone, esiste da quando si ha a che fare con manga e anime. Sicuramente il desiderio di concretizzare una fantasia comune a tutti sta stimolando le maggiori compagnie nipponiche.”

Perciò il robot cestista presentato a Tokyo 2020 ha stupito tutti per i risultati che ha dato, ma non per la sua comparsa. CUE fa parte di un percorso calcato da tempo, ormai parliamo di decadi, in cui tutti ambiscono a vedere umanoidi meccanici passeggiare insieme alle persone.

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