Ci è voluta una pandemia per apprezzare i videogiochi

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]VIDEOGIOCHI PANDEMIA - Se dovessimo indicare un settore tecnologico in cui si compiono passi da gigante e traina tantissimi altri ambiti, sarebbe sicuramente quello dei videogiochi. I dispositivi creati migliorano di giorno in giorno, troviamo le migliori grafiche in assoluto, il mercato è uno dei più ampi e promettenti. In Italia, però, la tendenza a porre fiducia nei videogiochi non era la stessa, almeno prima della pandemia mondiale. Infatti, le statistiche dimostrano che finalmente possiamo sperare nel riconoscimento del gaming in Italia.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Le statistiche durante la pandemia

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Le statistiche mostrano risultati diversi, sia in termini economici che in termini di persone raggiunte con i videogames. Per esempio, nello scorso anno sono circolati più di 2 miliardi di euro nel mercato videoludico, solo in Italia. D’altro canto, le persone raggiunte sono in lieve calo rispetto ai 17 milioni del 2019.

Il vero cambiamento, tuttavia, riguarda quanto tempo abbiano passato ai videogiochi. La media dell’anno precedente era di 8 ore settimanali: adesso abbiamo un aumento significativo a 8 ore e mezza. Il messaggio di questa statistica risiede nel coinvolgimento che conferisce ai giocatori, il quale sta crescendo a livelli mai visti in Italia. Questa è la chance concreta per lanciare una volta per tutte i videogiochi, stavolta grazie alla pandemia.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

I videogiochi: la chance per molti, da start-up a concorsi

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Ormai il concetto si sta facendo chiaro: i videogiochi si stanno ritagliando un nuovo posto, più stabile e migliore di prima. Questa è la possibilità per convincere la maggioranza che il settore videoludico non appartiene solamente ai nerd, ma è in grado di connettere chiunque. Un settore che ormai sta fuoriuscendo completamente dai suoi recinti, sia per migliorare, sia per trasmettere chiaramente cosa significano i videogiochi.

L’altro aspetto altrettanto fondamentale è l’aumento delle iniziative per lo sviluppo del settore all’interno del Belpaese. L’italia, prima della pandemia, era un paese in cui esisteva quasi unicamente una domanda per il settore, ma scarsissima produzione e offerta. Giulia Sperandeo, Unity Developer per Advepa Communication, ci ha fatto capire che anche in questo caso ci sono grandi cambiamenti in arrivo.

“Adesso stanno nascendo moltissime nuove aziende dedicate ai videogames e alla c.g.i. (Computer-generated imagery): in questo modo molti sviluppatori potranno rimanere in Italia. Fattore non da poco, perché spesso chi ha capacità applicabili ai videogiochi è costretto a trovare opportunità di lavoro all’estero”.

 

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