Il CSS e il perché è così fantastico

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il linguaggio del CSS sta ricevendo un giudizio poco unanime, a questo punto anche sul reparto tecnico di La Costa Group vogliamo dare il nostro parere.

Nell’appuntamento con il Tech Corner di oggi vogliamo entrare in un ambito più specifico del web. Dobbiamo capire che moltissimi programmi con cui abbiamo a che fare quotidianamente sono basati su dei linguaggi di programmazione via via più complessi. Senza perderci in termini complessi, siamo nel bel mezzo del pane quotidiano per gli informatici. In particolare, il CSS è uno strumento in costante bilico tra polemiche e apprezzamenti.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Che cos’è il linguaggio CSS e perché è importante

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il CSS è uno dei molti linguaggi di programmazione diffuso in tutto il mondo. Prima di proseguire, facciamo chiarezza: un linguaggio di programmazione è un metodo di scrittura per dare istruzioni precise a programmi di vario tipo. Un esempio molto comune è Java Script, ovvero un linguaggio con cui è possibile plasmare le funzioni di un sito web.

Nel caso del CSS (acronimo di Cascading Style Sheets), questo linguaggio permette di istruire una pagina web per quanto riguarda l’aspetto grafico. In altre parole, istruisce un sito su quale colore usare per una frase, quale dimensione del carattere, l’interlinea (lo spazio tra le righe) ecc. Di conseguenza, se siete interessati a creare una pagina web dovrete inevitabilmente affrontare questo linguaggio, oppure trovare qualcuno che possa farlo per voi.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Perché il CSS è sia lodato che deriso

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Molto spesso i linguaggi di programmazione sono piuttosto categorici: ovvero, è obbligatorio usare i termini e i caratteri giusti, altrimenti non funzionano. Il caso del CSS è un po’ diverso, vale a dire che è piuttosto versatile e funziona anche se presenta degli errori nei suoi risultati. Grazie allo sviluppatore ed esperto Pavel Vodicka, membro del team di Advepa Communication, capiremo meglio le discussioni sul CSS.

Il dibattito acceso sull’argomento ha cominciato a orbitare intorno a una semplice frase: “CSS is awesome” (il CSS è fantastico). Se digitate la frase su un motore di ricerca qualsiasi, troverete una grafica che potrebbe confondervi: la frase appena citata che fuoriesce da un riquadro.

“Questa frase riproduce molto sinteticamente il dilemma sul CSS: dobbiamo dare le istruzioni più basilari, altrimenti crea dei pasticci grafici. Il rischio è di vedere frasi troppo grandi per una cornice, immagini mal collocate, spazi troppo estesi ecc.” Pavel Vodicka, sviluppatore per Advepa Communication

A sentirne parlare così, sembra quasi che il CSS sia un linguaggio da rivedere, forse non il migliore per questo scopo. Eppure è usato ancora moltissimo, anzi è fondamentale per le grafiche dei siti web. Il motivo degli apprezzamenti è lo stesso per cui subisce molte critiche: il CSS è estremamente versatile. Sembra quasi una contraddizione, ma grazie a Pavel Vodicka capiamo meglio la situazione:

“Dobbiamo capire che l’elasticità del CSS è proprio il suo punto di forza, non il contrario. Certo, può diventare davvero complesso gestire tutti i dettagli, ma con questo linguaggio abbiamo una pressoché completa libertà nel creare l’aspetto che vogliamo. Ecco perché il CSS è davvero fantastico.”

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Lo schermo del futuro e le nuove tecnologie LED

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]TECNOLOGIA SCHERMO LED - La televisione si trasforma così tanto da diventare ormai un concetto lontano e obsoleto.

Nell’appuntamento di questa settimana, il Tech Corner vi offre un aggiornamento su cosa dobbiamo aspettarci dagli schermi del futuro. Insieme a Giulio Falchi, graphic designer ed esperto di UI, capiremo l’importanza nei progressi sugli schermi per il mondo tecnologico. Guardando ai colossi del mercato mondiale, capiremo le ultime novità e i prossimi progetti in fase di elaborazione. Ecco che aspetto avranno gli schermi LED negli anni a venire.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Il MicroLED a un prezzo più competitivo

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Una delle innovazioni in arrivo per gli schermi LED è quella dei nuovi MicroLED ideati da Samsung. I MicroLED attualmente in commercio sono in grado di risolvere tutti i problemi degli schermi precedenti per quanto riguarda la resa dei colori. Peccato che una tv dotata di uno schermo in MicroLED possa costare anche decine di migliaia di euro. La società coreana, invece, ha trovato un processo che potrebbe dare un punto di svolta alla tecnologia del momento:

“Il MicroLED rappresenta un’arma a doppio taglio, questo perché non dà problemi nel rendere i colori naturali ma al contempo potrebbe costare una fortuna. Lasciare certi schermi MicroLED sugli scaffali dei negozi diventa ancora più lecito per i consumatori. La differenza dei prossimi MicroLED di Samsung sta nel fatto che avranno la stessa resa grafica, ma abbattendo i costi di produzione. Grazie a questo passi avanti la miglior tecnologia attualmente sul mercato per quanto riguarda gli schermi potrebbe diventare di massa, facilmente fruibile da tutti.” Giulio Falchi, graphic designer ed esperto UI.

[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

La tecnologia LED diventa trasparente: lo schermo del futuro

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Quando ci aggiriamo per le strade di città, molto spesso vediamo davanti a noi schermi LED di varie dimensioni. Dagli schermi modesti di un piccolo negozio ai cosiddetti “LED wall” che coprono i palazzi di luce e immagini. Tra non molto potremo pensare ai LED non più come coperture alle pareti, ma come veli trasparenti che proiettano immagini sul vetro. Sarà lo scopo dei LED Film Transparent (LAT140) del gigante LG.

“I LED in progettazione di LG saranno delle vere e proprie pellicole trasparenti da porre sopra qualsiasi superficie in vetro. Le immagini promozionali parlano chiaro: ogni parete potrà avere i nuovi LED per trasmettere pubblicità e tutto ciò che si desidera. Soprattutto, questa tecnologia non farà perdere trasparenza alla superficie, infatti potremo comunque guardare cosa c’è dietro i filmati. Sembrerà quasi di aver fatto un passo in avanti verso la fantascienza.”

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Lavoro ed educazione migliorati dal progresso

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24540"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]Lavoro ed educazione migliorati dal progresso[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Lavoro ed educazione diventano sempre più interattivi grazie alla tecnologia.

Il nostro concetto di lavoro prevede alcuni elementi di cui è difficile fare a meno: il contatto con i colleghi, lo scambio di opinioni, il lavoro di squadra ecc. Tutti questi fattori ci aiutano a ricevere continui stimoli per lavorare con efficienza e animo. Anche gli studenti di qualunque età condividono questa esigenza: il loro apprendimento dipende principalmente dagli stimoli che gli saranno proposti durante il loro percorso. Eccoci dunque a parlare di come la tecnologia possa migliorare il coinvolgimento sia per il lavoro, sia per l’educazione.

Il primo articolo di oggi ci viene proposto da Giulio Falchi, graphic designer ed esperto di UI. Riguarda un progetto già in atto della casa automobilistica Audi sull’uso di un’ambientazione 3D per mettere in contatto i propri dipendenti. In questo caso, la distanza si fa da parte: tutti i lavoratori possono incontrarsi in questa piattaforma virtuale 3D per meeting, progetti e lavori di squadra.

“Il programma messo a punto da Audi non solo offre un ambiente virtuale ai dipendenti, ma permette loro di parteciparvi in una modalità “multiplayer”. Questo significa che i colleghi potranno entrare simultaneamente nella stessa ambientazione attraverso gli avatar e parlare tra di loro come in una chiamata. Non solo: potranno condividere progetti e documenti che saranno mostrati nello spazio 3D così da permettere a tutti di collaborare nello stesso momento. Questo non solo accelera le dinamiche del lavoro a distanza, ma le rende anche più stimolanti per i dipendenti”. Giulio Falchi sul nuovo progetto di Audi.

Cercando sempre di dare uno stimolo alle attività, anche nella scuola si cercano nuovi metodi per catturare l’attenzione degli studenti. L’interesse di Giulia Sperandeo, esperta di 3D per Advepa Communication, non smette di farci notare come l’esperienza del gaming potrebbe stimolare tutti gli studenti. Figuriamoci in questo periodo particolare, dove tutti i ragazzi sono costretti a lezioni in didattica a distanza. Infatti ci propone un articolo riguardante il corso “Red Dead America”: un professore universitario spiegherà le sfumature della storia americana attraverso un videogioco.

“Red Dead Redemption è un videogioco ambientato nei primi del ‘900 in America. Per quanto non riproduca alla perfezione gli eventi storici, ci lascia immergere facilmente nel suo contesto facendoci apprendere molto più rapidamente molti elementi della storia. Il videogioco ti permette di usare l’ingegno e metabolizzi certe informazioni senza nemmeno accorgertene. L’apprendimento diventa molto più leggero rispetto allo studio continuo e poco stimolante dato da slide e libri.” - Giulia Sperandeo sul corso Read Dead America.

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Lo schermo Oppo e la realtà mista

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24505"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]Il concetto di dimensione stravolto: lo schermo Oppo e la realtà mista[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Uno schermo che si arrotola e i primi segni degli ologrammi: le dimensioni sono tutte da rivedere.

Per questa occasione abbiamo capito quanto siamo in grado di stravolgere i concetti più basilari di ciò che ci circonda. Noi pensiamo di vedere un oggetto di una certa grandezza, ma dal niente può espandersi diventando molto più fruibile. Oppure vediamo qualcosa che non esiste affatto nella realtà fisica, perché è creato secondo un’altra realtà, un’altra dimensione.

Grazie a Giulio Falchi, Graphic designer ed esperto di UI per l’azienda JWR Business Tech, abbiamo visto altri progressi recenti della tecnologia. Il suo occhio attento ha guardato alla nuova generazione di smartphone dallo schermo pieghevole cercando anche più avanti, trovando l’Oppo Find X 2021.

Le case produttrici più famose, come Huawei e Samsung, hanno ideato dei telefoni già in commercio che si piegano su loro stessi. L’Oppo Find X 2021 invece, ancora un concetto da sviluppare a pieno, avrà uno schermo da poter estendere  quando vogliamo:

"Questo dispositivo di Oppo avrà la possibilità di ampliare lo schermo grazie a un sistema di “srotolamento”. Infatti possiamo scegliere se mantenerlo di una dimensione contenuta o se estenderlo in modo da avere uno schermo molto più ampio. Così facendo il device rimane facile da tenere in tasca, dato che il suo spessore sarà ridotto rispetto agli smartphone dallo schermo pieghevole." - Le parole di Giulio Falchi sull’Oppo Find X 2021.

Il parere tecnico di Giulio Falchi ci ha reso partecipi di un altro progresso formidabile fatto da Microsoft: la nuova tecnologia “Mesh”. In questo caso parliamo di realtà virtuale e realtà aumentata che si incontrano per dare vita a una nuova piattaforma in cui svolgere riunioni online. Grazie a uno smartphone e un visore VR potremo vedere degli avatar che sostituiranno i partecipanti alla conversazione. Inoltre potremo vedere dei contenuti condivisibili con tutti in versione virtuale. 

"Tra qualche anno gli avatar saranno sostituiti da versioni olografiche dei partecipanti. Potremo avere accanto a noi i nostri colleghi che si trovano dall’altra parte del mondo: è il sogno di tutti gli appassionati di tecnologia. Oltretutto questo nuovo sistema risolverà moltissimi problemi di comunicazione a distanza, arrivando a un passo dalla comunicazione faccia a faccia." - Giulio Falchi su Microsoft Mesh.

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Videogiochi che insegnano: Assassin’s Creed Odissey

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24445"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]Videogiochi che insegnano: Assassin’s Creed Odissey[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]I videogiochi stanno finalmente avendo una chance di affiancarsi all’educazione.

Questo perché il periodo che stiamo vivendo ci ha costretto alla DAD, filtrando tutti gli insegnamenti da uno schermo. E se in questo schermo i ragazzi vedessero un videogioco? Immaginate il potenziale di questa scelta: l’attenzione degli studenti sarebbe stimolata in modo esponenziale. Questa realtà è già consolidata all’estero grazie a molti nomi videoludici applicati all’educazione, come quello di Assassin’s Creed Odissey.

Giulia, esperta di modellazione 3D nello staff di Advepa Communication, ha da sempre visto il videogioco non solo come un intrattenimento, ma anche come uno strumento dal potenziale ancora da scoprire. “È incredibile come alcuni open world siano la riproduzione perfetta della storia. In Assassin’s Creed Odissey, ad esempio, l’acropoli di Atene lascia senza fiato.”

Se ti va di saperne di più, Giulia ha suggerito questo link per voi[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Il MetaHuman Creator per avatar più che realistici

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24437"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]Il MetaHuman Creator per avatar più che realistici[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Gli avatar del mondo virtuale saranno la vostra immagine riflessa grazie a questo nuovo tool.

Vi sareste mai immaginati di vedere il vostro volto perfettamente inserito nella realtà virtuale? Questo è diventato possibile grazie a Unreal Engine, un tool specializzato nella modellazione 3D. Da adesso i personaggi che vediamo sugli schermi potrebbero sembrarci reali anche se sono riproduzioni fedelissime di questo nuovo strumento.

L’esperta di modellazione 3D Giulia, nello staff di Advepa Communication, ci ha fatto scoprire questa novità facendoci capire la sua importanza da un punto di vista tecnico:

“Prima era necessario utilizzare molti altri tools uno dopo l’altro, ognuno con il suo scopo specifico e con il suo tempo da dedicargli: adesso invece possiamo richiedere un personaggio ‘ready to use’ dalla qualità altissima, rendendo questo servizio disponibile non solo a chi è esperto di modellazione 3D.”

Se ti va di saperne di più, Giulia ha suggerito questo link per voi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Luca Maria Gambardella sull’intelligenza artificiale

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24400"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]GAMBARDELLA INTELLIGENZA ARTIFICIALE TICINO - La prima preoccupazione che circola da anni sull’intelligenza artificiale è: cosa ne sarà dei lavori attuali? Manderà molti operai a casa?

Gli esperti di informatica di tutto il mondo cercano di rassicurare l’opinione pubblica procurando tutti i dati a loro disposizione, ma senza un gran successo. È così giusto preoccuparsi del futuro? Ci aiuterà a rispondere il professor Luca Maria Gambardella, professore alla Facoltà di Informatica dell’USI e membro dell’IDSIA nel Canton Ticino.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Il ruolo della Svizzera sull’intelligenza artificiale

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Luca Maria Gambardella è una figura chiave dei progressi in Svizzera sull’intelligenza artificiale. Direttore dell’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale (IDSIA) dal 1995 al 2020, ha contribuito a puntare i riflettori sul Ticino. Infatti l’ultima edizione del Global Innovation Index colloca la Svizzera al primo posto, davanti a Svezia e Stati Uniti. L’istituto diretto da Gambardella è diventato quindi un pioniere dell’innovazione a livello mondiale, facendo conoscere l’operato di un italiano in tutto il mondo.

Adesso il passo da compiere è diventare appetibili per le grandi società che vorranno usare l’intelligenza artificiale in futuro. Non sarà semplicissimo, dato che i competitors sono molti e di tutto il mondo, ma il supporto di investimenti privati e pubblici potrà aiutare l’IDSIA.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Luca Maria Gambardella: l’intelligenza artificiale sarà di aiuto

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Così possiamo riassumere il pensiero di Luca Maria Gambardella riguardo l’intelligenza artificiale. Infatti il professore è molto ottimista sulle conseguenze della nuova tecnologia in ambito lavorativo. Una statistica a supporto è quella del report “Future of Jobs 2020” pubblicato dal World Economic Forum. I posti di lavoro sostituibili dalla nuova suddivisione uomo-macchine sono stimati a 85 milioni circa, ma le nuove professioni saranno 97 milioni.

“Credo che il Covid abbia fatto più danni al mercato del lavoro e dell’economia (...), piuttosto che la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale in tanti anni. Se in questo periodo alcune attività sono andate avanti, è stato grazie alla possibilità di lavorare/insegnare/acquistare in remoto, ovvero grazie soprattutto alle moderne soluzioni digitali.”  - Luca Maria Gambardella in un'intervista al Corriere del Ticino

Una prospettiva sul futuro, quella di Gambardella, che certamente prevede cambiamenti, ma non peggioramenti.

 

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Didattica a distanza e web: come abbiamo affrontato la crisi

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[vc_row][vc_column][dfd_single_image image="24271"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]DIDATTICA DISTANZA WEB CRISI  - La pandemia da Coronavirus ci ha costretti all’isolamento e alla lontananza. L’uomo però è un animale sociale incapace, nella maggioranza dei casi, di vivere solo. Sia nelle corsie degli ospedali che nelle case la prima cosa che si è cercato di sconfiggere è stata la distanza. In nostro soccorso è giunto il web con le sue infinite possibilità. Ivana Porcini, docente di arte, gallerista e curatrice del blog L’Escargot ci racconta la sua esperienza e pensiero su web e didattica a distanza.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Che cosa può darci la crisi

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Siamo tutti in crisi da un anno. Un’improvvisa e inimmaginabile realtà ci ha costretti a modificare la nostra vita, con non poca sofferenza. Ma la parola crisi etimologicamente viene dal greco κρίσις che vuol dire decisione. È questo è molto interessante perché ciclicamente le crisi, se si ha la forza di spingersi oltre le criticità, sono utili al cambiamento e a prendere decisioni che rinnovano.

Bisognerebbe imparare qualcosa di importante da questi eventi traumatici che ci insegnano a guardare le cose da altri punti di vista. Ci consegnano quel preciso istante in cui finalmente ci si rende conto di poter vivere in un altro modo, e rendono improvvisamente evidenti gli orpelli, le inutilità, le pochezze. La didattica a distanza e gli strumenti del web sono stati un grande strumetno di aiuto per affrontare la crisi.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Le conseguenze di aver trasposto la nostra vita sul web

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Così, a mio avviso, tutto andrebbe ripensato, essendo giunti ad un bivio. La vita vera si è incrociata con la vita virtuale, l’una è entrata nell’altra e si fa fatica a non vivere intrecciati. Siamo tutti più poveri, oggi. E ci lamentiamo continuamente di vivere in un mondo parallelo, pieno di nozioni e di informazioni, che sembra altro dalle nostre vite. Senza incontri dal vivo, senza emozioni, senza contatto. Eppure dobbiamo ricordare che grazie al web siamo andati avanti senza fermarci. Abbiamo mangiato a casa i cibi preferiti che abbiamo scelto sul video, abbiamo trovato le maglie in tinta che cercavamo e comprato i libri al prezzo migliore.

Abbiamo parlato davanti a un computer per ore con gli amici, i genitori, gli alunni e siamo cambiati. E, che ci piaccia o no, sono sicura che indietro non si possa più tornare. Nessuna società umana sta mai ferma. Le cose cambiano e nella mente si affollano oggi tante domande: Siamo appena all’inizio? Siamo alla fine? Il mondo può cambiare in meglio? O andremo sempre più in basso?[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

I giovani, la didattica a distanza e il web

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Da docente, credo che sia arrivato il momento di ripartire dai giovani e ascoltare quello che hanno da dirci. Li ho visti perdersi in questi mesi, smarrire il senso e l’entusiasmo. Abbiamo fatto finta di crederci ma in realtà non ci credeva nessuno. La didattica a distanza e gli strumenti web,con cui ci siamo armati per sconfiggere la crisi, ci sono serviti per non perdere l’anno, per non dimenticare i nostri doveri, per provare a immaginare che fosse tutto normale senza feste di compleanno, senza uscite serali, senza cinema, senza viaggi. Stiamo ancora metà in remoto e metà in classe e stiamo facendo uno sforzo enorme. Con la dad il ritmo si perde in continuazione e questo, da un certo punto di vista, è un bene perché bisogna rimodulare il discorso costantemente.

Io parto dai contenuti, che diventano pretesti per far riflettere, non per immagazzinarli da qualche parte ma per renderli strumenti di esperienze e di conoscenze. Ma nonostante tutto la scuola manca ai ragazzi perché questi anni andrebbero vissuti tutti insieme, nelle aule a parlare di amore e nei bagni a piangere e a imprecare contro i docenti. Ci auguriamo che torni presto com’era con la certezza che la scuola andrebbe reinventata. Io ne ero già convinta da tempo e mi piacerebbe riuscirci come se fosse un passaggio spontaneo, mettendo la loro voce e il loro mondo al centro di tutto. Per un futuro più felice di questo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Non solo dad e web ma anche l’arte per risollevarsi dalla crisi

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="15" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Da storica dell’arte mi piacerebbe immaginare questo rinnovamento attraverso l’arte, che per me è una compagna di vita indispensabile. Per qualche anno, un po’ di anni fa, ho insegnato Pedagogia dell’arte nelle facoltà di Scienze dell’educazione e della Formazione primaria all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. In sostanza, provavo ad avvicinare i futuri maestri all’arte, attraverso la cultura e la ricchezza dei diversi saperi. Non era solo un approccio condiviso all’arte, era piuttosto mostrare una strada diversa da percorrere alla scoperta della complessità del mondo, del tempo e della storia.

Per molto tempo sono stata convinta che nel mondo della scuola questo approccio al cambiamento non sarebbe stato possibile. Invece in questo periodo mi sono dovuta ricredere fortemente. Ho visto numerosi docenti mettersi in gioco e attivarsi positivamente per apprendere e trovare il miglior modo possibile di gestire la didattica a distanza. Spero che di tutta questa esperienza ci rimanga la voglia di cambiare e sperimentare che è importantissima e necessaria per lavorare nel modo giusto con i ragazzi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

iOS 13:novità in arrivo targate Apple

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Il nuovo sistema operativo che sarà lanciato a settembre da Apple, si chiamerà probabilmente “Yukon” o iOS 13 (denominazione commerciale). Ma cosa cambierà tra l’attuale iOS ed il nuovo? Innanzitutto il nuovo sistema renderà i vostri dispositivi compatibili più veloci, presenterà la cosiddetta “modalità dark” che contribuirà al miglioramento delle prestazioni della batteria ed offrirà la possibilità di gestire al meglio foto e video… sono davvero tante le novità introdotte da casa Apple.

Curioso di scoprire di più?

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Passeggiando nella Milano di da Vinci attraverso un tour virtuale.

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"You Are Leo" è il virtual reality guide street tour dedicato a Leonardo da Vinci nel suo lungo soggiorno milanese.

Si tratta di un percorso a piedi di circa 1,8 chilometri e della durata di 1 ora e 40 minuti, durante la quale il visitatore ripercorre i passi di Leonardo: dalla Fabbrica del Duomo e il Palazzo Reale, fino ad arrivare alla Pinacoteca Ambrosiana, alla Porta Vercellina e infine al complesso di Santa Maria delle Grazie. Tutto ciò è ambientato all’epoca Rinascimentale di Leonardo ed è accompagnato da una guida.

Il progetto è nato grazie alla collaborazione tra Way, startup che opera in ambito culturale e turistico, e Ad Artem, che offre iniziative di didattica e divulgazione artistica.

 

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