Le nuove tecnologie aspirano ad essere energie pulite

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BLOCKCHAIN ECO SOSTENIBILE ENER2CROWD – La blockchain e criptovalute stanno ricevendo numerose critiche legate al loro imponente impatto energetico. Sono obiezioni giuste e con fondi di verità, ma non costituiscono un problema irrisolvibile. Le soluzioni per rendere la blockchain più eco-sostenibile ci sono e alcune portano anche il marchio italiano. 

Le nuove tecnologie aspirano ad essere energie pulite energie che salvaguardano l'ambiente

“La tecnologia blockchain viene percepita a livello internazionale in qualità di potenziale, di mezzo abilitante, per raggiungere certi risultati - afferma Gabriele Cavargna, ingegnere esperto in finanza decentralizzata -. Basti pensare che quando la conferenza sul ‘Climate Change’ delle Nazioni Unite nel novembre 2021 ha sottolineato l’esigenza di raggiungere la famigerata net zero mission come target entro il 2050, in molti hanno iniziato a pensare alla blockchain come elemento abilitante per poter raggiungere questi target”. 

La blockchain infatti può aiutare in tema di ecosostenibilità sia diventando essa stessa più sostenibile sia partecipando a progetti che percorrono quella strada. Uno tra questi nasce con Ener2Crowd, la più grande comunità di investitori etici in Italia. Con oltre 5.500 membri, si prefigge l’obiettivo di diventare il più grande fondo di investimento sostenibile. Questo per dimostrare che ridurre le emissioni di CO2 e costruire un futuro migliore è una grande opportunità per il progresso collettivo.  

Nel corso dell’evento ‘Crisi Energetica: soluzioni a confronto’, organizzato da Advepa ed EXCO, Giorgio Mottironi, Chief Strategy Officer di Ener2Crowd, ha parlato di come è possibile realizzare investimenti sostenibili e come oggi le aziende possono con questa possibilità anche correre a ripari grazie al lavoro della sua azienda. 

La realtà di Ener2Crowd

Eten2Crown, oggi è una piattaforma di finanza alternativa green, in realtà era nata sulla base di un'idea del nostro seo Nicolò. L’idea era quella di creare una criptovaluta il cui valore fosse correlato alla produzione di energia da fonti rinnovabili o il risparmio energetico che venisse conseguito tramite progetti di efficienza energetica. Molto simile, quindi, a quello che poi aziende, che sono eventualmente diventate già molto più grandi di noi, hanno iniziato a realizzare. Ma è un percorso che comunque non abbiamo abbandonato. 

È vero che oggi siamo una piattaforma di investimenti sostenibili accessibile ed inclusiva che permette ad azienda di andarsi a finanziare sul mercato del risparmio privato, delle persone e che dà la possibilità alle persone di fare investimenti che sono orientati alla costruzione di un futuro sostenibile; ma la nostra idea rimane quella di sviluppare una blockchain, un percorso di tokenizzazione, di creazione di titoli al portatore legati alla creazione di un valore ambientale ed ecosistemico condivisibile tra le persone e le aziende:  Da qui ad un massimo di 12 mesi permetteremo lo scambio del primo titolo certificato, quindi tokenizzato su base blockchain, senza emissione di CO2 prodotte da impianti per la generazione di energia da fonti rinnovabili.  

Che cosa significa questo questo?

Significa dare una marcia estremamente più agile al processo di transizione energetica. Soprattutto per ciò che riguarda le comunità energetiche.  

Da sempre siamo stati presi dal pallino di cercare di portare più trasparenza e soprattutto sicurezza del dato legato alla qualità degli investimenti. Investimenti che venissero proposti alle persone proprio nell'ambito ESG, ovvero nell'ambito di quella Finanza che vuole creare degli impatti positivi a livello mondiale. Noi volevamo farlo sostenendo quelle aziende che fanno delle scelte di governance che mirano a una redistribuzione della ricchezza all'interno della propria organizzazione. Non è così facile. Noi, invece, abbiamo deciso dall'inizio che era la strada giusta da percorrere. 

Per farlo è necessario assegnare ad ogni euro che viene investito, attraverso la nostra piattaforma, un indice di intensità sostenibile di investimento, che praticamente è in grado di dire a chi sceglie l'investimento quante emissioni di CO2 sta contribuendo ad abbattere all'anno. Si tratta di un processo che noi oggi facciamo manualmente. Però, grazie alla nostra piattaforma di finanza tecnologica, l'assegnazione del dato viene assegnato al portafoglio di investimento di risparmio sostenibile, viene reso più agile. 

Vogliamo però fare un passo in avanti e lo stiamo facendo già da qualche mese. Infatti un nostro concept tecnologico permette di fare questa cosa attraverso una blockchain. La quale, tramite un sistema di misurazione hardware che è stato collegato ad un impianto di produzione di energia da fonte solare, permette di contabilizzare l’energia prodotta dall'impianto. Di conseguenza viene contabilizzato anche il risparmio di emissioni di CO2. Quindi si arriva a creare dei certificati di riduzione delle emissioni di CO2 che  potranno essere ben presto scambiati su Marketplace, piattaforma che stiamo sviluppando. In questo modo non solo la blockchain, oltre all processo di tokenizzazione, offre la possibilità di dare valore a questo titolo sia per l'azienda che ha scelto di realizzare l'impianto sia per tutti quegli investitori che hanno sostenuto l'azienda nell'iniziativa di realizzare l'impianto stesso.

Il futuro di Ener2Crowd spinge verso una blockchain eco sostenibile

Ener2crowd è una piattaforma di investimenti su base prestiti. Quindi lending crowdfunding. A breve, però, anche grazie al lavoro che stiamo facendo con Ecofuturo, lanceremo una piattaforma di equity crowdfunding- Significa che nelle comunità energetiche ci sarà la possibilità di utilizzare la nostra piattaforma per fare tre cose:

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Con Advepa ed EXCO per combattere la crisi energetica e ambientale

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ADVEPA EXCO CRISI ENERGETICA - Il 7 ottobre dal Metaverso di Exco è andato in onda il primo evento del ciclo 'L'Ecometaverso: proposte e soluzioni'. Si tratta di una serie di quattro incontri che si propongono di creare un dibattito e approfondimenti su temi di attualità. Il tutto collegato alla tematica dell'economia circolare, in diretta da una piattaforma altamente ecosostenibile. Nel corso del primo incontro, Rossano Tiezzi, direttore di Advepa, azienda leader in italia nella realizzazione di ambientazione immersive, e Fabio Roggiolani, presidente di Ecofuturo festival, hanno parlato di come questo prodotto innovativo, tutto italiano si inserisce in un mercato sempre più tecnologico ed ecosostenibile. 

L'Ecometaverso di EXCO per parlare di cambiamenti climatici e crisi energetica

La mission degli eventi realizzati da Advepa ed EXCO è quella di alfabetizzare sul metaverso e viverlo. Il tutto grazie ad incontri che si propongono di creare un dibattito e vari approfondimenti su temi di attualità collegati alle tematiche dell’economia circolare. Incontri a cui è possibile partecipare facilmente, economicamente ed ecologicamente direttamente dal metaverso di EXCO. Si tratta di un universo dove spazio fisico e digitale fluiscono in una dimensione a misura di fruitori. Obiettivo mettere in contatto, facilmente e a basso costo, aziende con buyer, collaboratori, stampa e altri interessati ai loro prodotti o servizi. 

EXCO, realizzata grazie all’innovativa tecnologia di Advepa, è una fiera virtuale capace di racchiudere in sé innovazione tecnologica green ed ecosostenibilità. L’ambiente ideale dove poter unire fisico e digitale per dare vita a uno spazio fieristico virtuale.

Solo vantaggi per espositori e visitatori, i quali abbattono costi ed emissioni. Un unico spazio virtuale capace di fornire nuovi strumenti tecnologici i quali permettono ad aziende, consumatori e professionisti di incontrarsi in una nuova modalità: immersiva e assolutamente produttiva.

Il concetto di Ecometaverso spiegato da Fabio Roggiolani

Dopo più di un anno di attività, oggi EXCO vuole andare oltre. Il come lo ha raccontato Fabio Roggiolani. 

“Io credo che abbiamo finalmente da dichiarare che c'è uno strumento estremamente ecologico e con oggi noi lo definiamo l’Ecometaverso e proseguiamo a definirlo Ecometaverso. Non tanto e non solo perché progressivamente Advepa, l’azienda che lo progetta con un pool di esperti tecnici ed innovatori, si approvvigionerà esclusivamente con energie rinnovabili. Quello che noi siamo pronti ormai a fare è combattere per l’Ecometaverso perché i bite che utilizzeremo saranno realizzati con energia rinnovabile direttamente prodotta. Inoltre combatteremo anche con tutte quelle che possono essere le strategie per il risparmio energetico. 

Su questo la fiera EXCO è specifica e consente a tutti di entrare meglio e più rapidamente con l'app da cellulare perché è diventata la modalità più rapida e più divertente per accenderci. Ovviamente è un cantiere in via di produzione. Anche perché noi siamo non solo fossil free ma anche 'Zuckerberg free’”. 

Come Advepa e EXCO combattono la crisi energetica e climatica

“Il risparmio enorme avviene per tutte le aziende sia di costi ma anche in termini di rispetto per l'ambiente - prosegue Roggionalini -. Per tutto quello in cui non c'è la necessità di toccarsi, di abbracciarsi, di sentirsi, di stringere una mano eccetera, possiamo muoverci utilizzando questa modalità online, la modalità 3D che accompagna la fiera interna ai padiglioni. Infatti quando facciamo riunioni che non vanno in diretta streaming possiamo trasmettere soltanto dallo spazio adibito all'interno del metaverso di EXCO, che ci consente di essere ancora più raccolti, economici ed ecologici. 

Ormai la potenzialità per un'azienda che magari è all'interno della Sicilia di connettersi con il centro dell'Europa non è quella di fissarsi che deve fare il ponte sullo stretto perché così quando andrà in macchina arriverà 15 minuti prima a Rimini dopo 18 ore di viaggio.  L’idea è quella di connettersi immediatamente con il mondo intero. È la fiera che rimette in campo non solo le grandi aziende ma anche le piccole aziende. Le soluzioni per essere tutti immediatamente eco-tecnologici e per salvarsi dall'aggressione del gas le trovate dentro la Fiera EXCO. Le potete già oggi visitare in questo momento e avere tutte le risposte necessarie. 

“Tecnologia etica ed ecosostenibile”, le parole di Rossano Tiezzi

Nel corso dell’evento è poi Rossano Tiezzi a prendere la parola, raccontando come, Advepa, è diventata, da più di 15 anni, azienda leader nel settore della ambientazioni immersive virtuali 3D. 

“La verità è che noi ci abbiamo creduto in questa tecnologia prima di Zuckerberg, perché io mi sono ritrovato a produrre una tecnologia ecosostenibile senza rendermene conto. È stato proprio Fabio (Roggiolani ndr.) a farmi capire che i miei metaversi o la realtà immersiva, come la chiamavamo prima, sono la tecnologia ecosostenibile per eccellenza. Con Advepa ci siamo ritrovati a costruire delle ambientazioni che hanno questa caratteristica ma in realtà si tratta della strada che tutti dovrebbero seguire. La stessa digitalizzazione, che sta avvenendo in tutto il mondo, sarà secondo noi addetti ai lavori, la salvezza in termini di risparmio energetico e lotta ai cambiamenti climatici. 

Il fatto che BMW abbia investito nel Metaverso, e che si affermi che 2 aziende su 3 saranno presto nel Metaverso è un dato di fatto. Basti pensare che in uno dei metaversi dei clienti di Advepa stanno entrando le carceri. Significa che ogni entità ha bisogno di farsi conoscere e riconoscere nella maniera più agile. Le ambientazioni immersive altro non sono che un nuovo canale di comunicazione a tutti gli effetti. Un mondo globalizzato che utilizzerà anche il metaverso per comunicare. 

Nell'ambito delle nuove tecnologie in questo momento siamo molto attenzionati. Quindi abbiamo anche una grossa responsabilità perché come sapete, succede in qualsiasi business, ci sono cose più o meno fatte bene. Abbiamo la responsabilità di indicare strade etiche oltre che ecosostenibili. Ci tengo molto a intraprendere questa strada etica nell'ambito di una tecnologia che porta business, come quella realizzata da Advepa”.

Dresso, la prima fashion startup fiorentina che rispetta l’economia circolare. Intervista al CEO Enrico Pietrelli

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GREEN ENRICO PIETRELLI SOCIAL - Dresso è la prima startup Made in Tuscany del fashion world totalmente eco-friendly. Nata come social network circa due anni fa, oggi è conosciuta per i suoi capi second hand certificati, nel pieno rispetto del sistema blockchain e della sostenibilità. Abbiamo piacevolmente conversato con Enrico Pietrelli, co-founder e CEO di Dresso, che insieme ad Albano Scavo hanno dato vita ad una delle eccellenze del territorio fiorentino.

Italian Lifestyle: di cosa si tratta?

Italian Lifestyle è un programma nato con l’intento di promuovere alcune eccellenze del territorio fiorentino, all’interno di un periodo dove il progresso tecnologico e le idee non mancano. Mentre in Italia si promuovono metaversi e settori strategici per il nostro mercato, nel 2021 prende piede il progetto grazie a diverse collaborazioni, come quella con l’Università di Firenze, Intesa Sanpaolo Innovation Center, Fondazione Cr Firenze, il patrocinio di Confindustria fiorentina e il coworking con Nana Bianca. Italian Lifestyle punta allo sviluppo dei settori fashion, food&wine e del turismo, sempre all’interno del territorio fiorentino, con l’importante supporto di alcuni mentor Market e mentor Product ed un grant base di € 20K. Il programma ha dato vita non solo a Dresso ma anche a Dotzero, Blaster Foundry, Calton, Rifò e Italia Rimborso.

Il coraggio dei grandi imprenditori: intervista ad Enrico Pietrelli

Abbiamo avuto il piacere di conoscere Enrico Pietrelli, co-founder e CEO di Dresso, il quale ha risposto a qualche nostra domanda su Dresso, il futuro del fashion world, la sostenibilità e molti altri argomenti:

Green e digital sono due sfide impegnative all’interno di un settore così grande: potrà mai, il fashion world, optare per un cambiamento?

L’industria della moda è una delle più grandi e influenti. È la sesta per creazione di posti di lavoro ma anche la quinta per creazione di schiavitù moderna e la seconda più inquinante al mondo: in questo senso la sostenibilità è un’esigenza e l’innovazione digitale una grande opportunità. I paradigmi di consumo e i modelli di business stanno cambiando, l’innovazione sostenibile del settore non è un trend stagionale ma un processo dettato da una nuova consapevolezza che sostiene alcuni temi principali: tracciabilità, trasparenza, circolarità, ri-uso e ottimizzazione. Le aspettative delle nuove generazioni verso la sostenibilità sono alte e la molteplicità dei canali digitali permette alle aziende di creare con loro un nuovo dialogo accessibile e di facile comprensione. La sfida del cambiamento in questi termini può davvero portare alla realizzazione del futuro. Le aspettative delle nuove generazioni verso la sostenibilità sono alte e la molteplicità dei canali digitali permette alle aziende di creare con loro un nuovo dialogo accessibile e di facile comprensione. La sfida del cambiamento in questi termini può davvero portare alla realizzazione del futuro.

“La sostenibilità è un’utopia” dichiarò Armani: cosa potrà mai accadere ai due settori del fashion e della sustainability tra alcuni anni?

Fino a qualche anno fa la sostenibilità era un plus per le aziende. In questo momento storico e per gli anni che seguiranno, grazie a una nuova generazione sensibile e consapevole, la sostenibilità è una conditio sine qua non. La vera innovazione consiste nel creare un dialogo che abbia un impatto sociale e ambientale oltre che economico. Le tecnologie riducono la complessità di molti passaggi, come la tracciabilità dei prodotti, la trasparenza della supply chain e degli acquisti. Un altro fattore chiave è il passaggio da un’economia lineare - per cui il ricavo delle aziende deriva esclusivamente dalla vendita di capi appena prodotti - a una circolare, che prevede riciclo, ri-uso e scambio. La frase “make sustainability sexy” fa sorridere ma è proprio la strada che il sistema moda sta percorrendo: se prima la sostenibilità era un argomento di nicchia, oggi e per i prossimi anni è una necessità che, sotto l’ala di un’industria come quella della moda, è diventata attraente.    

Grandi stilisti hanno scelto di passare ad un fashion green rispetto ad altri. Si riuscirà mai a compiere questo importante passo?

I grandi gruppi del fashion luxury hanno una struttura radicata negli anni e quindi più complessa da ri-organizzare rispetto alle aziende più giovani, ma c’è da parte di tutti una grande spinta e consapevolezza verso la sostenibilità. Gli obiettivi sono chiari e tangibili e l’approccio collaborativo dimostra come tutti abbiamo a pari merito enormi responsabilità. Quindi, se dovessi fare una previsione da qui a cinque anni direi che l’impulso al cambiamento non avverrà dall’alto ma dal basso, non dalle corporate ma dai consumatori. Non sarà una tendenza ma una necessità.

Come vede l’evoluzione di digitalizzazione e tecnologia?

Gli sviluppi tecnologici e la digitalizzazione si riflettono trasversalmente su aspetti sociali, culturali e anche creativi, semplificando e migliorando. Fare innovazione digitale non vuol dire soltanto utilizzare nuove tecnologie, ma anche sfruttarle al meglio per ottimizzare modelli di business e renderle accessibili. La sfida è trovare soluzioni che siano al tempo stesso ECOlogicamente ed ECOnomicamente sostenibili. Chi troverà le formule migliori avrà enormi possibilità nel mercato.

Il mondo del fashion può, secondo lei, incorporare sistemi totalmente nuovi, come quello blockchain, quello dell’IA e quello della cybersecurity?

La possibilità di creare nuovi spazi digitali in cui persone e brand possono interagire permette di diminuire le distanze e di creare dialoghi inclusivi. La digitalizzazione è un’opportunità che consente alle aziende di veicolare valori nuovi e vicini alle persone. La blockchain permette di tracciare ogni transazione, i tag NFC creano un’identità digitale ai prodotti che ne garantisce autenticità e trasparenza. La tracciabilità permette di rendere profittevole l’economia circolare per l’industria del fashion e la trasparenza di portare le esigenze delle persone al centro del business.

Il rapporto con i consumatori non finisce con la vendita, la tecnologia permette di estendere le interazioni tra clienti e aziende anche durante il periodo di utilizzo del prodotto stesso, aumentando i touchpoint tra domanda e offerta e attivando strategie di retention, upselling e cross selling.

Come ha fatto una startup come Dresso a prendere l’impegnativa ma coraggiosa via della sostenibilità?

Da qualche anno sentivamo l’esigenza di cambiare lo status quo. La moda per come la conosciamo non è più sostenibile, solo per darvi un’idea dell’inquinamento legato a questo settore, negli ultimi 8 anni la produzione di capi d’abbigliamento è aumentata del 100%. Il dato è impressionante se lo vediamo in progressione numerica. Se il sistema non cambia i propri parametri nel 2050 il nostro pianeta dovrà sostenere una produzione di fibre tessili 320 volte superiore a quella del 2013. Senza fare allarmismi, l’impatto della moda nel nostro ecosistema è già al collasso. 

Le soluzioni possibili che avevamo individuato erano due: produrre con materiale riciclato o produrre meno e allungare il ciclo di vita dei capi. La seconda secondo noi è l’unica possibile ma avevamo un grande problema da risolvere, e cioè il fatto che l’economia circolare non è profittevole per il mondo della moda. Le uniche revenue avvengono al momento della vendita di prodotti nuovi e se il ciclo di vita del prodotto si allunga diminuisce il volume di affari legato alle vendite. La nostra soluzione avrebbe dovuto essere anche economicamente sostenibile per la filiera garantendo revenue ai brand per tutto il ciclo di vita del prodotto.  

Enrico Pietrelli, cosa è dunque Dresso?

Nel corso degli anni ho approfondito la conoscenza della tracciabilità dei prodotti, della blockchain e delle tecnologie legate agli NFC e Dresso è la risposta al problema di come rendere l’economia circolare profittevole per il fashion system.

Dresso è il social in cui le persone possono condividere i propri outfit, taggare i prodotti che indossano e creare il proprio guardaroba. Tutti possono ispirare e farsi ispirare dalla community per riutilizzare i capi del proprio guardaroba in modo nuovo, vedere cosa indossano gli altri, vendere ciò che non usano per dargli nuova vita e anche fare offerte per comprare al prezzo che sono disposti a pagare. 

Il modello di tracciabilità che abbiamo brevettato ci permette di associare i prodotti a certificati digitali univoci, cioè tag NFC, in modo da tracciarne i passaggi di proprietà per tutto il ciclo di vita e scriverli in blockchain. In questo modo riusciamo a garantire agli acquirenti l’originalità dei prodotti anche pre-owned e ai brand una commissione in ogni momento in cui il prodotto viene ri-venduto durante il suo ciclo di vita. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le persone riguardo l'impatto che i loro guardaroba e scelte di consumo hanno sul nostro pianeta, promuovendo il riutilizzo dei capi e gli acquisti second hand. Vorremmo, inoltre, che anche le aziende siano incentivate ad allungare il ciclo di vita del prodotto diminuendo così il cost per wear dei capi.

Dalla nascita di Dresso, avete ricevuto dei feedback dal pubblico?

Ci siamo rivolti a un pubblico di possibili utenti ancor prima dell’inizio della fase di sviluppo, facendogli testare un prototipo interattivo e raccogliendo feedback. In questo modo abbiamo potuto capire cosa le persone si aspettavano, cosa avrebbero voluto trovare e cosa invece non era in linea con le loro aspettative. Una volta iniziata la fase di sviluppo, abbiamo tenuto in conto i feedback ricevuti che ci hanno permesso di superare in anticipo possibili ostacoli. 

Come vede il futuro di Dresso?

Una volta condivisa la nostra visione della moda con la community italiana, abbiamo intenzione di espanderci all’estero. I primi mercati che vorremmo esplorare sono quello francese e quello tedesco. Entro il 2024 abbiamo intenzione di aprire i mercati dell’Europa del nord e entro il 2025 i mercati anglofoni. 

Abbiamo intenzione di allargare il nostro database di prodotti attivando collaborazioni con tutti i più importanti fashion brand del panorama europeo. Entro la fine del 2026 avremo ottenuto circa un milione di download dell’app con una community attiva di oltre 200.000 utenti. 

Per avere maggiori informazioni basta cliccare sul link seguente, Dresso, il social network per acquisti second hand garantiti.

Metaverso italiano: Rossano Tiezzi di Advepa spiega tutto ai microfoni del TG2

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METAVERSO ROSSANO TIEZZI - Il metaverso è in mezzo a noi, lo viviamo giornalmente e ne sentiremo parlare per tantissimi anni. Simone Turchetti del TG2 ha intervistato Rossano Tiezzi, Direttore Commerciale dell’azienda digitale Advepa Communication, leader nel settore delle soluzioni digitali, fiere virtuali e metaversi. Il metaverso italiano di Advepa non è mai stato così, alla portata di tutti.

Metaversi, spazi virtuali simili ai videogiochi

La pandemia di covid-19 ha dettato i termini del futuro digitale. Lo smart working, call e riunioni su Zoom, webinar ed e-commerce, implementazioni di visori per augmented reality, e sono soltanto una piccola parte di ciò che rientra nel metaverso. Il suo avvento ha rivoluzionato i mercati, favorendone anche i guadagni. Simone Turchetti del TG2 introduce il servizio parlando di gaming, avatar personalizzabili che si possono muovere, ambienti digitali accessibili da chiunque usufruisca una connessione ad internet: il metaverso italiano di Advepa, azienda leader nel settore, porterà una ventata nuova all’interno del mercato italiano e molte aziende sicuramente ne gioveranno.

I cinque metaversi di Advepa

Il metaverso è accessibile a tutti e rende lo stesso smart working più coinvolgente. Come spiega Rossano Tiezzi ai microfoni del TG2, “Lavorare, facendolo in una maniera più simpatica, più creativa, più coinvolgente, è meglio.”. In questa innovazione stanno puntando colossi come FaceBook, Zara, Gucci, Nike, Apple, ed è solo l’inizio. I cinque metaversi creati ed ideati da Advepa Communication sono: Exco, la prima fiera virtuale delle eco-tecnologie, ICT Village, la fiera virtuale sull’informatica e sulla sicurezza, Swiss Virtual Expo, uno spazio virtuale dove partecipano più di 80 aziende svizzere, Vinophila, la prima fiera in realtà immersiva riguardante il settore wine&spirits e Sercam Advisory, il primo ufficio virtuale a portata di click.

Per vedere l’intervista completa basta cliccare sul link, dove è disponibile il video, Sono tante le aziende che scelgono Advepa, come leader italiana del metaverso.

Hamid-Reza Khoyi consiglia alcuni punti per un business sostenibile

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TREND BUSINESS SOSTENIBILE - La sostenibilità è uno degli obiettivi prefissati sia dall’Unione Europea, grazie all’Agenda 2030, sia da molti cittadini ed aziende. In questi anni, in cui va migliorando il mercato delle auto elettriche e vengono sempre più consigliati ecoincentivi per aziende e cittadini, Hamid-Reza Khoyi consiglia 5 punti per un business sostenibile.

Alcuni trend consigliati

Alcuni dei trend consigliati riguardano l’organizzazione ed analisi dei costi interni di un’azienda. Una buona raccolta dati è la base per un business sostenibile, in modo da saper riconoscere, analizzare (ed affrontare) costi iniziali alti, per poi giovare dei benefici futuri. Un altro dei trend, di cui parla Hamid-Reza Khoyi è la sostenibilità che sta al centro del mercato finanziario: tantissime sono ormai le aziende che basano il proprio business sul green. L’Unione Europea, per prima, spinge le aziende ad avere un impatto green. La maggior parte dei player odierni sono mind-oriented verso la sostenibilità.

La trasparenza

Una ricerca dell’Onu afferma che il 70% delle persone, rispetto al periodo pre-covid, è più consapevole dell’impatto ambientale, in generale. Il 40% vorrebbe cambiare le proprie abitudini pur di vivere in modo sostenibile. Lo smart working e le realtà immersive, come quelle offerte da molti dei metaversi disponibili oggi, hanno impatti ambientali pari a zero. Bisogna ammettere che i metodi utilizzati da consumatori, da aziende, azionisti e stakeholder cambiano col cambiare delle categorie appena citate. Quello che bisogna mantenere alto è il livello di trasparenza: la trasparenza si ottiene anche da un cambiamento culturale e sociale.


Per approfondire la lettura e conoscere tutti i punti elencati da Hamid-Reza Khoyi, basta leggere l’articolo completo, disponibile qui -> 5 trend per un business sostenibile – Hamid-Reza Khoyi.

I colori dell’economy, dal green al blu. Hamid Reza-Khoyi ci spiega qualcosa in più

Tempo di lettura: < 1 minuto[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il significato di Green Economy è collegato al raggiungimento di obiettivi riguardanti il benessere sociale, riducendo i rischi ambientali, un vero e proprio rispetto ecologico. La Blu Economy è un continuum della Green, riservata agli oceani e ai mari. Mission di entrambe è e sarà sempre la salvaguardia del pianeta. [/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

L’impegno è singolare

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Non tutte le aziende rispettano ancora i principi della green economy e c’è chi lo ritiene impossibile da attuare. Il cambiamento avviene dalla politica, dagli stati, dai cittadini. Le agevolazioni statali possono temporaneamente salvaguardare l’ambiente. Il problema rimane sempre la mentalità: quella è da cambiare.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Come e cosa cambiare

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Gli strumenti da applicare per una economia green (e anche blu, ovviamente), ad oggi, sono veramente tanti. Applicare ed estendere l’indifferenziata in tutti i comuni, l’utilizzo di alcuni materiali specifici all’interno delle fabbriche, l’implementazione di spazi virtuali. Hamid-Reza Khoyi ci ricorda che il bene del nostro pianeta è anche il bene delle generazioni future: “fallo perchè è giusto non perchè devi”.

L’articolo completo → La green economy introdotta da Hamid-Reza Khoyi.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row]

L’importanza dello smart working spiegata ai microfoni di La7: l’Aria che Tira intervista Rossano Tiezzi e Marco Ginanneschi

Tempo di lettura: 2 minuti[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il modo di lavorare è cambiato da molti anni grazie allo Smart Working. Con la recente introduzione del Metaverso, si è arricchita di gran lunga la reale visione delle possibilità che il virtuale può offrire, nell’immediato e a lungo termine. La trasmissione mattutina di La7, L’Aria Che Tira, ha intervistato il Direttore Commerciale di Advepa, Rossano Tiezzi e il Presidente di Sercam Advisory, Marco Ginanneschi, riguardo le molteplici possibilità che può offrire lo Smart Working, riguardo il suo utilizzo all’interno del metaverso e i cambiamenti che stanno accadendo in questa nuova era del digitale.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Perché lo smart working

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]All’interno dell’intervista, Rossano Tiezzi afferma che lo smart working “non sostituisce gli eventi fisici, non sostituisce gli eventi che vengono fatti normalmente su zoom: è un sistema in più, è un ufficio virtuale a tutti gli effetti”.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO DELL’INTERVISTA COMPLETA.

Un chiaro esempio potrebbe essere dato dal primo metaverso svizzero, Swiss Virtual Expo, l’innovativa piattaforma virtuale vincitrice del Premio Möbius 2021: grazie ad un avatar personale possiamo interagire all’interno di padiglioni, partecipare a webinar e seminari, scegliere e acquistare prodotti online e molto altro. Un vero collegamento tra professionisti del settore, imprenditori e nuovi possibili acquirenti. Tutto nel dettaglio, tutto in tempi rapidi, grazie al virtuale.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Credere nel digital

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Durante l’intervista a L’Aria che Tira, Marco Ginanneschi fa notare come “Il covid è stato soltanto una modalità che ha accelerato l’utilizzo di un modo diverso, di un concetto nuovo di lavorare, che è più performante, più inclusivo, più immersivo e soprattutto più veloce”. Parole di fiducia nei confronti di un modo innovativo di lavorare, più accessibile e diretto, grazie al digital, con la possibilità di poter aprire molte porte.

Per approfondire l’argomento clicca sul link seguente, Smart Working: Ma possibile che non se ne comprendano le reali potenzialità?.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row]

Tante novità nel metaverso svizzero più innovativo: Swiss Virtual Expo si arricchisce

Tempo di lettura: 2 minuti[vc_row][vc_column][vc_column_text]All’interno dell’innovativa fiera virtuale, Swiss Virtual Expo, subentrano nuovi padiglioni e nuovi spazi, alcuni dedicati anche alla formazione. Il virtual space svizzero di ated-ICT Ticino ha presentato nuove funzionalità e padiglioni completamente nuovi, realizzati in collaborazione con Città dei mestieri, inclusione andicap ticino e il Padiglione Cultura. Si tratta di “Un ecosistema a disposizione del territorio con funzionalità e soluzioni innovative”.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Il primo metaverso svizzero

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]A soli quattro mesi dall’apertura delle porte, Swiss Virtual Expo si dimostra il primo metaverso svizzero, simbolo della città di Berna. L’ecosistema virtuale di 200 mila metri quadri, visitabile tramite avatar personale, si suddivide in 7 padiglioni e comprende più di 100 imprese, enti e collaboratori. Qualsiasi persona, da qualsiasi parte del mondo, può mettersi in contatto e sperimentare, all’intero di Swiss Virtual Expo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Le novità

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Tra i nuovi padiglioni che arricchiscono lo spazio virtuale di Swiss Virtual Expo troviamo la Città dei Mestieri, inclusione andicap Ticino e il Padiglione Cultura. Ci sono inoltre nuove aree dedicate al metaverso e alla formazione. La direttrice e membro del comitato ated-ICT Ticino, Cristina Giotto, ha affermato che “questa nuova maniera di fruire delle informazioni per gli utenti e di avere una visibilità inedita per aziende e servizi del territorio, sta riscuotendo un grande successo, con sempre più richieste di adesione, un team di 60 professionisti e finora quasi 200mila visite”. Sara Marinetti, responsabile dell’associazione inclusione andicap Ticino, ha invece dato conferma su come la piattaforma virtuale sia l’opportunità “per raggruppare servizi e offrire informazioni per promuovere concretamente l’inclusione nella società di persone con disabilità, anziani e loro familiari grazie anche a una nuova modalità facilmente accessibile dalla propria realtà di vita, favorendo inoltre la partecipazione e lo scambio”. 

Per conoscere tutte le novità della virtual fair, basta cliccare sul link seguente, Alla fiera del metaverso, tra enti e aziende ticinesi.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row]

Nasce Peas, l'app con cui Matteo Ward fa parlare i tuoi vestiti

Tempo di lettura: 2 minuti[vc_row][vc_column][vc_column_text]CEM BÖLÜKBAŞI ESPORT –  E se da grande tuo figlio volesse fare il giocatore professionista? E se fino ad ora non avesse mai praticato uno sport? Potrà farlo grazie agli eSport. Ma è anche possibile che possa diventare un mental coach di atleti professionisti di sport elettronici. Come è possibile che il successo che potrebbe avere come e-atleta professionista gli permetta di approdare nello sport reale. A dimostrarlo Cem Bölükbaşı. [/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

P.E.A.S – Product Environmental Accountability System il webinar di Matteo Ward

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il 31 gennaio 2022 si è tenuto P.E.A.S – Product Environmental Accountability System. Nel corso del webinar è stato presentato il primo sistema intelligente in grado di unire tracciabilità sociale e ambientale alla gamification. Con Peas ambiente, sostenibilità e gioco si incontrano.

Pea, nata dall’idea di Matteo Ward è una tecnologia che vuole rendere accessibili tutte le informazioni che riguardano i capi di abbigliamento che si trovano già nel nostro armadio o che vogliamo acquistare. In particolar modo ci dà accesso alle informazioni relative all’impatto ambientale del capo che vogliamo tracciare e anche come verrà ammortizzato nel tempo. Il tutto è permesso da un algoritmo a cui accediamo tramite un'app mobile. Matteo Ward ha dichiarato di aver pensato a Peas dopo aver saputo che in media un vestito viene buttato dopo averlo indossato per sole 7 volte. Ciò, unito ad altri importanti dati, fa capire quanto strada ancora ci sia da fare sul tema sostenibilità nella vita quotidiana.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Le parole di Matteo Ward e gli altri relatori di Peas

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]“La si può definire innovazione solo quando è sostenibile e impatta positivamente sulle persone, sulla comunità e sul nostro ambiente”, afferma Mohamed Deramchi, ceo e founder di WWG.

“Ogni secondo l’equivalente di un camion carico di vestiti viene bruciato o gettato in discarica. I problemi sociali e ambientali causati dall’industria della moda derivano dal fatto che noi tutti siamo stati indotti a disconnetterci emotivamente dai capi che compriamo”, dichiara Matteo Ward, ceo di WRÅD e ideatore di P.E.A.S.

“Da molto tempo Regione Lombardia sta lavorando su una strategia di sviluppo sostenibile per raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030. Ad oggi sono stati finanziati 17 progetti tra cui, appunto, P.E.A.S.”, afferma la Dott.ssa Negroni di Regione Lombardia.

“Tutti da anni ci ricordiamo dell’importanza di amare i nostri vestiti e di viverli a lungo per avere un impatto positivo sull’ambiente. Da questa necessità nasce l’idea di creare P.E.A.S, un ‘gioco intelligente’ per contrastare in modo innovativo la sovrapproduzione e sovraconsumo di vestiti”, conclude Ward.

“Dai risultati della nostra ricerca scientifica sulle cause della non sostenibilità del sistema moda e lusso emerge come sia impossibile raggiungere gli obiettivi di sostenibilità di lungo termine senza il contributo attivo di tutti gli attori coinvolti. Pensare che la responsabilità del cambiamento sia in capo ad un determinato soggetto della filiera moda è sbagliato e potenzialmente anche controproducente”, afferma Alessandro Brun, professore del Politecnico di Milano.

E Fausto Chiappa, ceo di 1TruedID, continua: “Dopo aver studiato e analizzato cosa offriva il settore e quali tra le blockchain esistenti si adattava alle nostre esigenze, abbiamo deciso di creare una nostra blockchain: pubblica, economica e a basso consumo energetico”.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]LEGGI ANCHE —> Riciclaggio: impatto ambientale e nuove tecnologie[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Con Florian Anderhub alla scoperta del Metaverso

Tempo di lettura: 2 minuti[vc_row][vc_column][vc_column_text]FLORIAN ANDERHUB METAVERSO - Già prima della pandemia, ma con maggior ragione dopo, abbiamo cominciato a trasferire la nostra vita online. Questo ci porta a dipendere da essa e a chiedere un suo continuo aggiornamento e miglioramento, per rendere l’esperienza di internet più reale possibile. Una delle cose che fino ad ora mancava era la possibilità di essere in rete e poter condividere anche uno spazio con cui poter interagire e poter compiere virtualmente tutto quello che possiamo fare nella vita reale. A dare una soluzione a ciò è arrivato il Metaverso.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Cos’è il Metaverso

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Chi segue un po’ le notizie relative ai grandi colossi informatici, o segue il mondo fantascientifico, avrà già sicuramente sentito parlare del termine “Metaverso”. Il primo a utilizzare questo termine fu Neal Stephenson, nel suo romanzo fantascientifico Snow Crash, del 1992.

Oggi il termine è stato più volte ripreso, specialmente nel settore dei videogiochi come Fortnite, ma è stato Mark Zuckerberg a dare una prospettiva più reale al mondo virtuale. Il CEO di Facebook ha affermato di voler dar vita a “un internet incarnato, in cui invece di limitarsi a visualizzare contenuti, ci sei dentro”. Quello che fa in sostanza è riunire in un unico posto più tecnologie che riguardano il settore delle e-mail, videoconferenze, blockchain, videogiochi, streaming, tecnologia immersiva 3D.

Nonostante queste definizioni è ancora molto difficile comprendere a pieno questo concetto e questo nuovo mondo. In aiuto arrivano Swiss Virtual Expo e Ander Group. [/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Il metaverso di Swiss Virtual Expo

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Swiss Virtual Expo è un’esposizione che grazie alla realtà virtuale ti permette di visitare un Metaverso fatto di Padiglioni, Stand ed Aree Speciali, dove poter consultare il materiale informativo degli espositori e partecipare alle attività formative comodamente da casa o ovunque tu sia. Si tratta del primo metaverso elvetico realizzato grazie alla tecnologia avanguardistica dell’azienda italiana Advepa

Ander Group è un'agenzia Svizzera di Branding e Marketing nata in Ticino nel 2006. Si occupano della creazione di  ecosistemi digitali per favorire il raggiungimento degli obiettivi strategici grazie ad una logica CRM basata su HubSpot.

Insieme queste realtà hanno dato vita ad un corso volto a capire e comprendere più nel dettaglio cosa sia il metaverso e ad esplorarne tutte le potenzialità. Il corso si terrà online il 10 febbraio su Swiss Virtual Expo e sarà aperto ai soci ated-ICT Ticino, espositori e partner di Swiss Virtual Expo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

Florian Anderhub spiega le motivazioni dell’importanza del corso sul metaverso

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Intervistato da Tio, Florian Anderhub, Chief Vision Officer di Ander Group, ha spiegato perché prendere parte ad un corso del genere è così importante.

“In Ander Group abbiamo una visione molto precisa: Empowering Clients. L’obiettivo del corso (e delle nostre consulenze, in generale, è quello di emancipare i clienti rendendoli consapevoli di tutte le potenzialità del mondo digitale che aspettano solo di essere sfruttate. Attraverso il corso cercheremo di illustrare ai partecipanti tutte le possibilità dei canali digital e come applicare una strategia di Performance Branding e di Inbound Marketing, di cui siamo fieri sostenitori e fruitori grazie alla Gold Partnership con HubSpot. Come? Parlando agli utenti in maniera mirata attraverso l’analisi e l’ottimizzazione continua delle performance”.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]

Parla Oliver Camponovo: come il metaverso influisce sul business

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