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Giovanni Lombardi e lo smart working. “Tutela i lavoratori”

9 Ottobre 2020
- Di
Redazione
Smart Working - News italiane per ogni costa del mondo - La Costa Group
Tempo di lettura: 5 minuti

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Giovanni Lombardi e lo smart working. L'imprenditore interviene sul prolungamento delle misure di emergenza. E parla delle conseguenze sull’economia italiana e sul prolungamento dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio, data individuata per la proroga da parte del Governo. Adesso bisognerà fare di necessità virtù per portare avanti il Paese. Già c'è stato un crollo spaventoso da parte del Pil dopo il primo periodo di lockdown. Un inevitabile crollo dell’economia con alcuni settori in vera e propria sofferenza.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]E in tempo di pandemia lo smart working è diventato uno strumento indispensabile per garantire la produttività aziendale. Industrie e società di servizi possono contare sul lavoro a distanza. Avranno così la possibilità di tutelare la salute dei loro dipendenti e non interrompere il loro ciclo produttivo. Di conseguenza, possono contribuire a ridurre il rischio di contagio in questa seconda ondata del Covid che ha numeri molto preoccupanti per l’intero Paese. L’Italia è una delle nazioni più colpite, anche in Regioni come la Campania e la Sardegna che nella prima ondata hanno contenuto il Covid-19.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Giovanni Lombardi e lo smart working

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Adeguamento e formazione

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_single_image image="24117"][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]“La priorità - spiega parlando di smart working Giovanni Lombardi - è la tutela della salute dei lavoratori. È  fondamentale che siano adottati tutti gli strumenti per garantire sia la sicurezza del lavoro a distanza, come la protezione dei dati, sia quella del lavoro in ufficio. Tutto ciò, passa attraverso l’adeguamento tecnologico e la formazione dei dipendenti. Non bisogna mai essere improvvisati e programmare”.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Probabilmente è per tale motivo che le aziende private si sono adeguate. Invece, molte strutture della pubblica amministrazione fanno fatica anche a garantire i servizi essenziali.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]L’obiettivo del Governo è inquadrare con un accordo, tra aziende e sindacati, il lavoro agile. Lo smart working è un sistema di lavoro diventato conosciutissimo durante la pandemia per il Covid. I numeri di chi ne ha usufruito sono di quelli importanti. In Italia il numero di lavoratori che ha effettuato lavoro agile durante il lockdown è variato dai 4 ai 6 milioni. Una risorsa importante per il Paese alla ricerca costante dello sviluppo tecnologico, mai come adesso indispensabile.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]

La priorità è la tutela della salute dei lavoratori.

[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Avere a disposizione connessioni e attrezzature adeguate può fare la differenza. Inoltre, si calcola che con lo smart working c’è una sensibile riduzione dell’inquinamento dovuto ai trasporti. Meno lavoratori utilizzano l’auto e i mezzi di trasporto pubblici, meno emissioni di Co2 ci sono nell’aria. In questo caso, non solo si tutela la salute dei dipendenti perché si evitano contatti, ma allo stesso tempo il lavoro aziendale viene salvaguardato e svolto anche in tempi adeguati alle esigenze dell’azienda e del lavoratore stesso.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]La legge 81/2017 inquadra il lavoro ordinario, ma il prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 gennaio consente alle aziende di poter usufruire dello smart working senza modificare gli accordi di base con le categorie e i contratti dei singoli lavoratori.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Infatti, il perdurare dello stato di emergenza, così come comunicato dal Governo italiano, dà alle aziende la possibilità di utilizzare misure idonee alla tutela della salute dei lavoratori pur mantenendo la loro produttività.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Alla base può esserci anche un accordo volontario tra lavoratore e dipendente che può essere modificato. L’inserimento del termine volontario lascia intendere che è frutto di un accordo tra le parti dovuto all’emergenza Covid. Con il prolungamento dello stato d’emergenza, l’accordo non è obbligatorio e può essere deciso unilateralmente dall’azienda.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Dopo la pandemia bisognerà regolarizzare lo smart working

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]L'imprenditore Giovanni Lombardi e lo smart working hanno già preso contatto, come tutti coloro che hanno delle aziende. Ma l'imprenditore parla anche di quello che sarà il mondo del lavoro. “Entreremo nella fase che viene definita del new normal. Ovvero, nulla sarà come prima del lockdown. Nelle aziende ci sono controlli e regole più rigide. La stessa misurazione della temperatura prima di entrare in ufficio e l’utilizzo della mascherina sono imprescindibili. Cambierà anche la struttura degli uffici, con postazioni distanziate tra i lavoratori in alcuni casi dove non ci sono. La nostra vita non sarà più come prima e il lavoro, che è una delle componenti importanti, inevitabilmente subirà delle modifiche”.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]

 La nostra vita non sarà più come prima e il lavoro, che è una delle componenti importanti, inevitabilmente subirà delle modifiche.

[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Oggi c’è già una regolamentazione di base che potrebbe essere attuata per chi vuole anticipare i tempi. Pur non essendo obbligatoria. Questa prevede che si modifichino gli accordi tra le parti attraverso una semplice procedura. Il nuovo contratto va inviato via mail al lavoratore che dovrà consegnare copia cartacea in azienda appena possibile. Sottoscritto l’accordo, che non prevede alcuna variazione nel compenso, si può iniziare lo smart working. Sul contratto tra azienda e lavoratore devono essere inseriti anche strumenti e tipi di connessione utilizzati. Inoltre, sarebbe opportuno mettere nero su bianco anche la frequenza delle riunioni virtuali.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Tra l’altro, proprio le App che consentono di effettuare riunioni in gruppo, sono  state potenziante. I grandi colossi del web hanno lavorato alla creazione di stanze virtuali e al loro perfezionamento, tra questi Google e Facebook che sulle loro piattaforme hanno lavorato allo sviluppo di stanze virtuali, anche con diversi livelli di accesso.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

La proroga del nuovo Dpcm

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Per adesso, in Italia, il nuovo Dpcm prevede la proroga di 4 mesi per le aziende che adottano lo smart working. Ci sarà, quindi, il tempo necessario per regolarizzare tutto il sistema del lavoro subordinato ma a distanza. Un tempo che può essere sfruttato senza portare le modifiche delle leggi sul lavoro in Parlamento e prolungare tutto l’iter tra Camera e Senato. Il Dpcm consente di abbreviare di gran lunga i tempi, anche se nega la discussione politica sull'argomento.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]In uno stato di emergenza come questa pandemia ci può stare. Tra l’altro, la paura di mini lockdown sta coinvolgendo il Paese con l’incremento dei numeri di positivi ed essere già organizzati per il lavoro in smart working porterebbe al proseguimento dell'attività produttiva.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Il Dpcm in sostanza consente di adottare lo smart working in maniera unilaterale per l’azienda, senza il consenso del singolo lavoratore. Per aziende numerose per ottenere tutti i consensi si arriverebbe a una burocratizzazione enorme. In questo modo, con il Dpcm, si snellisce una procedura che in un momento così difficile può essere solo d’aiuto. Non andare in ufficio diminuisce la possibilità di contagio.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]In Germania c’è già una proposta di legge. Infatti, i tedeschi puntano ad inserire in pianta stabile, anche al termine della pandemia, lo smart working. Si tratterebbe di un mese di lavoro da svolgere, dove è ovviamente possibile, in smart working. Tecnicamente il Governo concederà alle aziende la possibilità di inserire nei contratti 24 giorni di lavoro a distanza per via telematica, ma considerando i riposi si arriva al mese di lavoro nel quale il dipendente non dovrà presentarsi in azienda. [/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="30" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][/vc_column][/vc_row]

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