Web3, l’evoluzione di internet tra privacy e protezione dati

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WEB3 BLOCKCHAIN - Quello che oggi viene chiamato Web3 è la nuova realizzazione delle passate tecnologie di internet. Si tratta di un’evoluzione, dopo decenni, del World Wide Web, basata sulla tecnologia blockchain, un sistema utilizzato oggi all’interno delle criptovalute, sistemi di gestione aziendale, pagamenti, assicurazioni ma anche passaporti o certificazioni di nascita. Grazie a questo registro digitale, raggruppato in blocchi, il Web3 permette un maggior controllo sulla censura e controllo della privacy personale.

Big tech e protezione dati

La riservatezza della privacy degli utenti non viene più decisa solo da un contenuto divulgato volontariamente in rete. Quando effettuiamo una ricerca su Google o acquistiamo qualcosa su Amazon, molte informazioni vengono divulgate (molto spesso collezionate) all’interno delle marketing campaign, inserzioni e “consigli” visualizzabili in qualsiasi social, app, pagina che stiamo visitando. Stiamo parlando della GDPR e del consenso ai cookie, resi quasi obbligatori, così come il tracciamento. Il Web3 è una sorta di “universo di informazioni” collezionabili, dove un click può cambiare tutto. Aziende come Apple, tramite iCloud+, il servizio a pagamento del famoso cloud service (di base) gratuito di Apple, offrono maggiore sicurezza sulla privacy rispetto i servizi basilari di altre Big Tech.

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Decentralizzare la rete

Una delle caratteristiche principali del Web3 è la decentralizzazione dell’informazione, che passa per diverse vie. Garantire agli utenti un passaggio di informazioni (che potrebbe essere monetario), slegato da una raccolta dati o da abbonamenti, mantenendo alto il livello di privacy e di riservatezza è l’obiettivo di questo nuovo tipo di rete, ed è dovuto alla sicurezza data dal sistema blockchain. All’interno dei metaversi odierni abbiamo a che fare con pagamenti, NFT, spostamenti grossi di informazioni, anche personali. Il Web3 fornisce una maggiore sicurezza sul passaggio dati, sicuramente migliorabile per il futuro.

Per approfondimenti leggere l’articolo completo, disponibile al link seguente, Tutto ciò che hai sempre voluto sapere sul Web3.

Hbb TV: come ti viola la privacy

Tempo di lettura: 2 minuti[vc_row][vc_column][vc_column_text]HBB TV VIOLA PRIVACY - In questi giorni si discute molto del prossimo aggiornamento dei TV italiani, ma se ancora esistono problemi di fondo, perché andare avanti così in fretta?

Le normative sulla privacy sono chiare per gli addetti ai lavori, invece una ricerca ha dimostrato che ci sono dei problemi di fondo. Per farla breve, su alcuni canali prendono i tuoi dati ancora prima che tu possa rispondere. Grazie alla ricerca svolta da Sababa Security, andiamo a scoprire cosa succede nel piccolo schermo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

La ricerca sulla privacy degli spettatori

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]I TV di cui vi stiamo parlando sono quelli che possiedono la tecnologia Hybrid broadcast broadband TV, ovvero Hbb TV. Grazie a questa componente, le televisioni offrono dei servizi più interattivi, come quello di far tornare indietro una trasmissione in diretta.

La ricerca si è basata sul rapporto tra la richiesta di accettazione dei trattamenti di dati personali e l’effettiva raccolta dei dati. La società Sababa Security ha condotto la prova su sedici canali, uno per ogni gruppo, di cui nove nazionali e sette esteri.

Cosa hanno scoperto con questa ricerca? Che le falle nelle procedure di richiesta sono moltissime e di svariati tipi. Almeno la maggior parte dei canali porta con sé tracciamenti indesiderati e/o non rende possibile negare il consenso ai cosiddetti pixel di tracciamento.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" content_alignment="text-left" enable_delimiter="" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div" tutorials=""]

I risultati delle Hbb TV: una falla dopo l’altra

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]L’aspetto su cui riflettere grazie a questa ricerca è la considerazione che si ha della privacy individuale, ma soprattutto della scarsa competenza a riguardo. Scarsa competenza perché le falle nelle procedure riguardano le migliori reti nazionali e non, come il gruppo Mediaset o Rai.

Prima ancora che un utente accetti l’informativa sul trattamento dei dati, la maggior parte dei canali analizzati tramite Hbb TV ha già avviato il tracciamento. Molti usano i cosiddetti pixel di tracciamento, cioè dei pixel che aiutano le emittenti a capire il comportamento degli utenti: è quasi impossibile toglierli.

Naturalmente non possiamo fare di tutta l’erba un fascio: esistono canali con una buona procedura per la privacy e altri problematici. Tuttavia, sapere che alcuni dei maggiori enti non mettono a disposizione nemmeno l’informativa è alquanto preoccupante per la nostra privacy.

Per saperne di più clicca qui.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]